Non voglio riferirmi all’altra sponda del Naviglio, dove a quanto pare hanno ben altri problemi. Preferisco rimanere nell’ambito prettamente nerazzurro. E mi tocca constatare che a San Siro si continua ad avere enorme difficoltà a fare bene. Al quarto tentativo, altrettanti falliti assalti alla W, bilancio che stride tremendamente con il ruolino da trasferta degli uomini di Stramaccioni. Anzi, a voler cospargere la ferita di sale, è giusto sottolineare come gli unici due pareggi siano arrivati a tempo scaduto, in affannosa rincorsa (Vaslui e Rubin). Gli score contro Hajduk e romeni, a detta di Strama, sono frutto del condizionamento mentale post andata, superata brillantemente a domicilio. Ma stavolta la giustificazione non regge.

Sarebbe stato il caso di esordire con un successo nel girone di Europa League, soprattutto perché di fronte c’era la rivale più accreditata nel gruppo. Pazienza, accontentiamoci di questo pareggio in rimonta e pensiamo già alla prossima partita, sempre a San Siro. Fallito l’ennesimo match ball, domenica ne avremo un altro: bisogna sfatare questo fastidioso tabù, è assurdo che i nerazzurri non riescano a ‘deflorare’ il nuovo manto erboso. Una squadra che mira in alto deve rendere il proprio stadio un fortino inespugnabile, non la fonte delle proprie amnesie e insicurezze. Urge porre rimedio. Non ci metto la firma, ma credo che sarebbe sufficiente una semplice vittoria per dare il là a una striscia positiva. Accontentarsi di questo pareggio non significa andare a dormire avvolti dalla soddisfazione, anzi. La pazienza dei tifosi, del pubblico del Meazza, abbonda ma non è infinita.

Sembra quasi che, oltre alla mera questione psicologica che nella fattispecie ha stroncato, al cospetto della Scala del Calcio, il disorientato Jonathan, sulla testa dei nerazzurri penda una sorta di spada di Damocle. Una maledizione che si riavvia ogni qualvolta si scende in campo nel proprio rettangolo di gioco. San Siro si sta ribellando, ma a cosa? Forse sta reagendo così all’idea che tra qualche anno i nerazzurri traslocheranno? Davvero l’anima di questo storico impianto respinge l’idea di perdere la sua affittuaria più nobile? Sciocchezze, mi viene da pensare. Anche al Milan le cose vanno male, eppure l’idea di un impianto alternativo in via Turati non è stata presa in considerazione.

Preferisco pensare che, come accade agli attaccanti che trascorrono settimane senza trovare il gol, e poi all’improvviso, godendo di un episodio positivo, ricominciano a segnare a raffica, anche il Meazza attenda solo una prestazione con la ‘p’ maiuscola per aprire il proprio cuore alla più meritevole. Ergo, l’Inter deve meritarsi i 3 punti in casa, non deve adagiarsi sul fatto di avere il pubblico a proprio favore. Perché alla lunga si ritorce contro. In conclusione, un grazie a Nagatomo. A volte l’ho criticato per lacune tattiche, stavolta giù il cappello: buonissima prestazione e gol monstre. San Siro, uno come il giapponese, non lo respingerebbe mai.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 21 settembre 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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