Di nuovo il Lecce, un girone dopo. Quarantasei punti dopo. Contro i pugliesi era iniziato il campionato dell’Inter di Conte in una calda serata del 26 agosto che sembra molto più distante di quanto si possa pensare. Perché in poco meno di 5 mesi le cose cambiate sono tante. A cominciare dalla mentalità e dalla consapevolezza, aspetti non proprio scontati.

Quella che inizia il girone di ritorno è una squadra che ha mostrato forza e limiti, che ha vinto (quasi sempre) e perso (quasi mai), che ha mostrato carattere e identità. Che ha retto il ritmo di una Juventus appartenente a un’altra galassia e si è costruita la propria credibilità tramite il lavoro, le prestazioni e i risultati, settimana dopo settimana. Che ha sorpreso tutti, innegabilmente.

L’Inter ha tenuto il passo della Juve, arrivando al giro di boa con due punti in meno frutto, di fatto, dello scontro diretto vinto dai bianconeri a San Siro che rappresenta anche l’unico ko nerazzurro in Serie A. Qualche rimpianto (i due punti persi a Firenze in pieno recupero e quelli lasciati sul prato del Meazza contro la Roma) non deve però far dimenticare le vittorie sofferte o strappate in extremis (Brescia, Bologna, Cagliari e Verona): questo per dire che nell’arco di un campionato le fortune si mischiano alle sfortune, gli episodi favorevoli a quelli sfavorevoli per poi creare, alla fine, la classifica che ognuno si merita.

L’Inter la sua classifica la merita eccome, per quello che ha fatto vedere, per gli sforzi e i progressi compiuti. Conte ha portato la voglia di giocarsela sempre, anche contro squadre forti e su campi difficili, la capacità di aggredire compatti e mettere in pratica azioni studiate e preparate. Ha creato un gruppo unito che gioca per aiutarsi e ha trovato in Lukaku il gigante a cui appoggiarsi. In Barella e Sensi interpreti giovani e freschi di un centrocampo che vuole palleggiare oltre che uscire velocemente e muovere il pallone da un lato all’altro del campo e in Lautaro Martinez una sorta di apriscatole che fa a sportellate con tutti e spesso e volentieri trova la via del gol. Nella difesa, Conte ha trovato un reparto non ancora perfetto ma che comunque è quello che ha subito meno e che sta registrando la spaventosa ed evidente crescita di un gioiello come Bastoni.

Per molto tempo ha dovuto fare a meno dell’imprevedibilità di Sanchez, ora di nuovo abile e arruolato come del resto Sensi e Barella che nel mezzo sono mancati sul finire del 2019. Ma nonostante le alternative prossime allo zero, Conte ha saputo pescare in Gagliardini, Vecino e Borja Valero qualcosa di più dell’alternativa disperata: giocatori che si sono sacrificati nel momento del bisogno senza far rallentare il ritmo alla squadra.

Ora che l’Inter ha alle spalle 5 mesi di vittorie e allenamenti, il girone di ritorno può offrire risposte interessanti, soprattutto se la società dovesse mettere l’allenatore nelle condizioni di poter scegliere e cambiare a gara in corso: una rosa più ampia, di maggior esperienza e qualità, è condizione imprescindibile per un club che deve puntare ad alzare la Coppa Italia, arrivare il più lontano possibile in Europa League e tallonare la Juve fino a maggio in campionato. Perché Conte ha dimostrato di saperlo fare e i suoi ragazzi hanno dimostrato di saperlo seguire.

La sensazione, tra l’altro, è che l’Inter non abbia già dato il massimo (come invece accadde alle squadre di Mancini e Spalletti che si erano ritrovate in testa a dicembre per poi crollare clamorosamente). L’Inter di Conte è ancora un cantiere aperto che sta ritrovando tutti i suoi uomini effettivi e altri potrebbero aggiungersi. C’è un’idea di gioco che a un certo punto è stata interrotta per le assenze degli interpreti chiave ma l’identità tattica è stata espressa e su quella la squadra sta continuando a lavorare. Pressing alto, difesa che inizia a muovere il pallone per spostare l’avversario e creare gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti, la corsa degli esterni, il lavoro infaticabile delle punte che offrono quasi sempre la giocata e la soluzione, la capacità di muoversi in maniera compatta: sono alcune delle caratteristiche contiane che hanno fatto le fortune nerazzurre nella prima parte di stagione e che rappresentano il punto di partenza per la seconda e decisiva parte. 

Il vero step da fare per migliorarsi è la capacità di reggere nei secondo tempi: spesso, infatti, soprattutto contro le grandi squadre, i nerazzurri nella ripresa sono calati rispetto a prime frazioni esaltanti e sorprendenti. Avere aiuti dal mercato potrà aiutare anche a compiere questo passo. E far sì che il meglio non sia alle spalle ma stia davanti. In un traguardo da inseguire e provare a raggiungere.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 19 gennaio 2020 alle 00:00
Autore: Giulia Bassi / Twitter: @giulay85
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