La conferma di Conte e il sogno Messi sono solo alcuni dei grandi temi di cui ci si potrebbe occupare in questi giorni. Ci sono le questioni relative al mercato in uscita (oltre ovviamente a quello in entrata dei giocatori 'normali'). Quelle societarie, perché dopo quanto dichiarato dal mister salentino non si può fare come gli struzzi e mettere la terra sotto la sabbia. Si potrebbe anche tornare, seppur velocemente sulla finale di Europa League persa o proiettarsi già alla prossima edizione della Champions League. Facciamo così, partiamo proprio da qui. Per un editoriale costituito da una moltitudine di diversi pensieri su plurimi argomenti. Senza un filo conduttore su un unico e grande ragionamento.

Nel sorteggio l’Inter sarà in terza fascia. Come Atalanta e Lazio. Ora, se pensiamo che i nerazzurri sono stati l’ultima squadra ad alzare al cielo la Coppa dalle Grandi orecchie, mentre orobici e biancocelesti non è che abbiano poi avuto costanti fortune europee, questo significa che a livello internazionale, ultima stagione esclusa, la Beneamata ha fatto piuttosto male. Per propri demeriti. O per aver snobbato in modo inopinato il torneo. Con Conte non è stato così. I meneghini sono stati eliminati dalla Champions semplicemente perché gli avversari hanno meritato di passare il turno. Ma in Europa League – finale a parte, e ci mancherebbe pure altro – il Biscione ha dimostrato di essere migliore dei propri rivali.

E allora già che ci siamo parliamo anche di Inter-Siviglia. Credo, anzi ne resto convinto, che Lukaku e compagni fossero più forti degli andalusi. Ma anche che molti elementi del team italiano siano scesi in campo con un’ossimorica certezza di vincere unita alla paura di perdere. In molti abbiano sbagliato approccio e tipo di gara. E così ecco che la Coppa è finita in Spagna. Ma nessuno provi a toccare il gigante buono: la sua grande stagione resta, a prescindere da una partita andata male. Sull’ultimo atto della competizione attribuisco anche alcune colpe a Conte. Io avrei effettuato determinati cambi ad inizio secondo tempo. Ma tant’è. Sono tutti bravi a parlare a posteriori. Quindi come mi sento di criticarlo per talune scelte della finale di Europa League, sono anche il primo che ne esalta il lavoro per l’intera stagione. I risultati sono chiari ed evidenti. E discutere i progressi sul campo ottenuti dall’ex C.T. della Nazionale sarebbe quantomeno bizzarro.

Si può discutere, anzi si deve, sulle dichiarazioni del mister salentino. Io che non sono uno yes man, né un politico o politicamente corretto, preferisco una persona che fa valere i suoi diritti ed esprime chiaramente la propria opinione, rispetto a chi invece non ribatte e poi magari si lamenta in segreto. Ergo: per me Conte avrebbe dovuto usare un altro tipo di comunicazione. Come quando si espresse su “Barella e Sensi, giocatori da Cagliari e Sassuolo”. Ma chiedere maggiore tutela e top player è il minimo se si è alla guida dell’Inter. Per questo credo e spero che i problemi da lui segnalati (come aveva fatto anche Spalletti) vengano risolti quanto prima. Altrimenti poi, alla prima problematica della stagione 2020/21, si potrebbero creare nuovi dissidi.

Capitolo mercato. Skriniar prenda esempio da Godin e si guadagni allenamento dopo allenamento la titolarità sul campo. Non chieda di essere ceduto e sarà il futuro capitano dei nerazzurri. Magari in una squadra con Messi in attacco. Suning ne ha lanciati di indizi. E se il giocatore più forte del mondo può essere ingaggiato, tu Inter hai il dovere di provarci.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 28 agosto 2020 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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