Inter con la testa già al secondo dei due euroderby, o perché no alla finale di Istanbul? La risposta arriva sul campo con la quinta vittoria di fila in campionato, la settima considerati anche i dolci successi nelle semifinali delle due coppe contro Juventus e Milan. Un risultato ancor più pesante, visto che il Sassuolo, pur non avendo più nulla da chiedere al campionato, non arriva a San Siro con le migliori intenzioni verso la squadra di Inzaghi. Ben diverso, se ci ricordiamo, lo spirito dell'undici di Dionisi sceso in campo lo scorso 22 maggio al Mapei nell'ultima giornata contro i cugini. Appunto il Milan, che evidentemente più di un pensiero all'euroderby di Champions League l'avrà fatto, come dimostra la seconda debacle in quattro giorni al Picco contro lo Spezia, con medesimo risultato di mercoledì, 0-2, ma a copione invertito: i liguri erano sì entrati in area, ma nessuno di loro fino al 75' aveva tirato oltre la linea della porta difesa da Maignan.

Sfatato dunque anche il tabù neroverde per l'Inter: una sola vittoria dei nerazzurri nei match disputati a San Siro nelle ultime sette annate, quella del 7 aprile 2021, con 2-1 e doppietta della LuLa, ennesimo mattoncino verso il 19esimo scudetto contiano. Anche quest'anno i tre punti, per dirla invece alla Mancini, servono a mettere del fieno in cascina in pieno rush finale verso la qualificazione alla prossima Champions: chi meglio di loro due, Lukaku e Lautaro, tornati più affiatati che mai, per far gioire anche stavolta il popolo nerazzurro e soprattutto le nonne presenti al Meazza? E pensare che pure il belga nei primi 40 minuti non aveva mai tirato in porta, braccato, come tutta l'Inter, dal pressing asfissiante e dalle marcature a uomo della squadra di Dionisi. Gli basta poi una palla servitagli sulla trequarti da D'Ambrosio per trasformarsi in vero Big Rom. Tressoldi mastica amaro il suo chewing gum per lo strapotere fisico e balistico del belga, ma non sa che il peggio deve ancora venire...

Quel peggio, per il Sassuolo, ha un nome, un cognome e un soprannome: Lautaro Martinez, che sin da quando aveva 17 anni è stato ribattezzato il Toro (Conte ha provato ad addolcirlo chiamandolo Lauti ma con scarsi risultati). L'ingresso del Diez al posto di Correa, sostituito all'intervallo per risparmargli i fischi di tutto San Siro, provoca i primi scossoni contagiando con il suo spirito combattivo i compagni, quindi mettendo definitivamente alle corde la retroguardia degli emiliani, con Tressoldi che esagera con un autogol e mezzo sulla scia degli assist di Vecino e Ibanez. Dionisi corre ai ripari sostituendo il difensore e il Sassuolo (casualità) rientra in partita, mentre l'Inter forse commette davvero l'errore di pensare già al Milan. Non ci pensano tanto Brozovic e Lukaku sapendo che probabilmente partiranno dalla panchina, così dopo lo spunto del 77 il belga ha ancora fiato per sprintare in zona gol e chiudere con una doppietta nel giorno in cui aveva già soffiato sulle 30 candeline. Turnover che vince non si cambia, nemmeno martedì prossimo quando torneranno gli assi di coppa come Calhanoglu e Dzeko. Adesso ci si può pensare.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 maggio 2023 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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