Coppa Italia e Supercoppa sfumate, un campionato quasi ufficialmente buttato via e una finale di Champions League ancora da giocare. L'Inter si avvicina alla fine di maggio in una situazione cavalcata dall'influente opinione pubblica e dalla semplicità del tifoso, che alternano senza sosta elogi e applausi a critiche e fischi. Senza un minimo di equilibrio nei giudizi, limitati solo ed esclusivamente al risultato scritto sul tabellino. Con la colpevole rinuncia di vedere solo ciò che fa comodo per sostenere o smontare un determinato punto di vista.

L'ultimo esempio concreto è arrivato lo scorso weekend. In caso di successo con la Lazio e conseguente sorpasso sul Napoli nel penultimo turno di campionato, tanti di quelli che ora chiedono (per l'ennesima volta negli ultimi quattro anni) la testa di Simone Inzaghi si sarebbero presentati il giorno dopo sotto casa del tecnico per fargli firmare un contratto a vita. Per poi strapparlo e gettarlo al fuoco in caso di controsorpasso a Como all'ultima giornata, ovviamente. E raccoglierlo dalle ceneri e provare a ricomporlo disperatamente in caso di vittoria della Champions League poco più di una settimana dopo. Idee poco chiare, giudizi affrettati. Confusione e assenza di obiettività. Follia.

Dall'euforia ingigantita alle critiche esagerate il passo, nel mondo nerazzurro, continua a dimostrarsi breve. Troppo breve. C'è già chi parla di "disastro", di "psicodramma", di "stagione da buttare" e di "fallimento" (cosa dovrebbero dire allora i club che hanno anche investito milioni su milioni per essere fuori da tutto a gennaio?) qualora non dovesse arrivare nessun trofeo. La possibilità esiste, vero. Come esiste - sulla carta - anche la possibilità che possa succedere il 'miracolo' (e non quello 'inventato' dal narcisismo di Antonio Conte) venerdì 23; o che l'Inter possa concludere la stagione alzando al cielo di Monaco la coppa più ambita nell'ultimo giorno di maggio. Con un Mondiale per Club sullo sfondo e almeno 250 milioni di euro - secondo le stime di Calcio e Finanza - già messi in cassa che daranno una vitale boccata d'ossigeno al bilancio del club e agli investimenti sul mercato, praticamente nulli dal post pandemia. Si tratta di pura cronaca, di dati di fatto. 

Ogni giudizio deve obbligatoriamente essere rinviato alla fine del mese, quando i meriti e le colpe saranno da dividere tra proprietà, dirigenti, calciatori, allenatore e staff. Quello che succederà "lo scopriremo solo vivendo", come cantava Lucio Battisti nel lontano 1980. Parole che, oggi, sembrano essere scritte anche per questa Inter che deve ancora decidere chi essere. 

"Chissà, chissà chi sei
Chissà che sarai
Chissà che sarà di noi
Lo scopriremo solo vivendo".

[Lucio Battisti - Con il nastro rosa]

Sezione: Editoriale / Data: Mer 21 maggio 2025 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi
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