È la volta buona che faccio arrabbiare tutti, pazienza. Tanto comunque continuerò sempre a scrivere quello che penso. In questa stagione l’Inter ha perso in campionato almeno 6-7-8 punti a causa di enormi errori arbitrali. Ve ne elenco qualcuno random: rigore enorme per una trattenuta di N'Dicka su Bisseck in Inter-Roma, un fallaccio clamoroso su Thuram nel derby di ritorno contro il Milan, la spinta a due mani di Rovella su Bisseck in area in Inter-Lazio (dove tra l’altro sarebbe stato pure corretto sapere se Dia fosse o meno in fuorigioco visto che partecipa attivamente all’azione dell’1-1). E ancora mani di Baschirotto in Lecce-Inter, parata di Delprato in Inter-Parma, il contatto non sanzionato tra Thuram e Skorupski in Inter-Bologna e le rimesse laterali battute dove volevano gli avversari nerazzurri – cioè 15 e 9 metri avanti prima del gol di Orsolini – nella sfida di ritorno.

Certo, l’Inter ha avuto anche qualche vantaggio e sarebbe scorretto da parte dei nerazzurri fare le verginelle e solo le vittime. Però, in un campionato giocato punto a punto, quando ci sono episodi lampanti come quelli elencati – tra l’altro molti dei quali dove il Var sarebbe dovuto intervenire e non l’ha fatto – significa oggettivamente solo una cosa: aver fatto perdere punti ai campioni d’Italia. In alcune partite non è stato così, dato che comunque Lautaro e compagni sono tornati a casa con la vittoria nonostante le scelte errate della sestina arbitrale, in altre però ci hanno rimesso, eccome. Vi sembra giusto che Asllani si sia dovuto sobbarcare per mesi le lamentele di quei frustrati inviperiti per la sconfitta della propria squadra del cuore in Supercoppa solo perché aveva subito un calcione da Morata, cadendo per terra? Cioè è colpa sua se l’arbitro, sbagliando, non fischiò fallo e poi il Milan segnò la rete dell’1-2? Direi di no. Ma senza dubbio alcuno. Ecco, proprio quella partita può essere lo specchio di come sia andata in campionato quest’anno.

L’Inter è più forte, gioca alla grande, poi, anche grazie alla bravura degli avversari, perde colpi e infine gara e trofeo. Giusto sottolineare le mancanze dei nerazzurri, che mai e poi mai si sarebbero dovuti fatti recuperare dai propri avversari. Ma giusto anche dire che un errore esterno ha condizionato eccome il risultato finale. Quindi, per quanto riguarda questa Serie A, si devono sicuramente criticare determinate prestazioni – non così continue – dei calciatori nerazzurri, che comunque hanno le loro colpe. Lo stesso vale per Inzaghi – che per me è tra i migliori allenatori del mondo e che merita un rinnovo decennale – che avrà sbagliato qualche scelta durante l’anno. E ci metto pure la società, che ha sempre seguito la via del non creare polemiche per evitare di dare degli alibi ai calciatori (cosa giusta e ammirevole, però probabilmente, visto quanto successo nell’ultima giornata, si doveva far presente prima che la narrativa dell’Inter aiutata dagli arbitri fosse una stupidata messa in giro per avvelenare i pozzi), oltre alla proprietà che avrebbe potuto regalare anche solo un innesto nel mercato di gennaio.

Analizzato tutto questo contesto, è sacrosanto affermare però che se mettiamo sulla bilancia cosa sia stato fatto bene e cosa sia stato fatto male, non c’è partita. Il lavoro generale di questa stagione è stato sicuramente positivo. Poi chiunque può commettere degli errori, fa parte della vita, per cui si dovrà lavorare per migliorare, imparando da quanto successo. E allora però, si deve tenere conto pure degli abbagli arbitrali, perché non è che se l’Inter non vince il campionato con 156 punti di vantaggio o non gioca bene qualche partita merita di essere danneggiata sportivamente con decisioni errate.

Qui sembra che tutti siano diventati sommelier, che non si accetti una vittoria di misura senza calcio champagne. È proprio vero che Simone e i suoi ragazzi vi hanno abituati fin troppo bene. E che quando andrà via lo rimpiangerete. Magari dopo il più incredibile degli scudetti della storia nerazzurra.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 maggio 2025 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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