"Scelta tecnica, nulla di particolare. Non c'è nessuna richiesta e non arriverà in queste 24 ore. Difesa da migliorare? Non è facile trovare giocatori più forti di quelli che abbiamo in quel reparto, sono calciatori di grande esperienza ma l'età è un problema che affronteremo più avanti. La difesa è garanzia di efficienza e tranquillità, più avanti vedremo".

Queste erano state le parole di Beppe Marotta ieri, prima di Inter-Udinese, a proposito dei rumors riguardanti la possibile uscita di Benjamin Pavard. "Bugie bianche", le chiama il presidente nerazzurro, che anche in questa sessione di mercato non ha voluto perdere il vizio di depistare. Oggi la notizia: il francese torna in patria e si accasa (in prestito) al Marsiglia. Al suo posto arriva Manuel Akanji, sempre in prestito, dal Manchester City. Lo svizzero ha un anno in più di Pavard e percepisce uno stipendio anche maggiore, senza beneficiare del Decreto Crescita: tutto possiamo dire tranne si tratti di scelta fatta con la calcolatrice in mano. Un buon segno, almeno.

Più in generale, non si è capito il mercato dei vicecampioni d'Europa. Presi singolarmente, quelli di Bonny, Luis Henrique, Akanji, Diouf e Sucic sono affari condivisibili, stuzzicanti e, tutto sommato, giusti. Senza contare Pio Esposito, trattenuto dopo il parcheggio allo Spezia (e ci mancherebbe altro...). Ma è lo sguardo globale a non convincere. Serviva in difensore centrale da illo tempore e arriva solo sul gong, peraltro attraverso uno scambio indiretto con Pavard, che fino a ieri era un titolare. Leoni? Al Liverpool. Volevi Lookman ma non sei andato a prendere un simil Lookman dopo l'interruzione dei dialoghi con l'Atalanta. Volevi Koné e poi hai preso Diouf, che con il romanista ha in comune solo il passaporto. Insomma, dall'esterno non si percepisce una direzione precisa, univoca, sensata. Tutto un po' a caso, almeno all'apparenza. Il risultato di domenica non aiuta a essere ottimisti.

Per non parlare del budget: ora c'è, ora non c'è. I conti di certo sorridono, ma grazie ai risultati di campo, mica per brillanti strategie del club. La Coppa Percorso non ha portato in dote trofei, però milioni su milioni sì, che ci si aspettava venissero riversati sul mercato per rinforzare la squadra e continuare a restare competitivi ai massimi livelli. Solo così non si interrompe il circolo virtuoso che è fondamentale per chi investe nel calcio. Senza salvaguardare l'aspetto sportivo non c'è futuro neppure a livello aziendale. Oaktree è bene che lo capisca. E sta alla dirigenza farglielo capire. Le altre prendono Rabiot, De Bruyne, Hojlund, Nkunku, Openda, Zhegrova, Beukema, David: occhio che il quarto posto non è affatto scontato stavolta. Per Cristian Chivu si moltiplicano gli ostacoli: dovrà essere davvero un fuoriclasse per uscire indenne da questa stagione.

Per ora continuano le bugie bianche. Ma abbiamo scoperto, nostro malgrado, anche qualche bugia nera.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 02 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni
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