Messi in banca i rinnovi fino al 2026 di due pezzi pregiati della rosa come Lautaro Martinez e Nicolò Barella, adesso la priorità in casa Inter resta il prolungamento del contratto di Marcelo Brozovic. La data del 30 giugno 2022 non può non creare un minimo di apprensione dalle parti di Viale della Liberazione: il tempo stringe, l’accordo con il centrocampista croato si avvicina giorno dopo giorno alla scadenza e al pericoloso scenario di un eventuale addio a costo zero che sarebbe da trascrivere a bilancio sotto la voce 'errore imperdonabile'.


Sembrano passati anni luce da quell’Inter-Bologna del febbraio 2018, quando Brozo (in quei mesi non ancora Epic) veniva ricoperto dai fischi di San Siro al momento della sostituzione e rispondeva con un applauso ironico al pubblico nerazzurro: ad attenderlo sullo sfondo un volo privato direzione Siviglia che alla fine, per fortuna sua e dell’Inter, Marcelo non ha mai preso. "C’erano voci sul trasferimento al Siviglia, l'ultimo giorno non mi hanno lasciato andare", così "ho continuato ad allenarmi, Spalletti mi ha dato una possibilità e l'ho sfruttata", spiegava nel giugno dello stesso anno al quotidiano croato Vecernji. Con il tecnico di Certaldo il classe '92 di Zagabria si è piano piano conquistato l’Inter, poi sotto la guida di Antonio Conte l’ha definitivamente fatta sua diventando tra i top del ruolo e brindando all’esplosione con la vittoria di uno scudetto che nella Milano interista mancava da diversi anni. Adesso è Simone Inzaghi che spera di tenerselo stretto, nel pieno della maturità.


Dopo l’eccellente lavoro estivo che ha limitato i danni sul mercato in seguito alle dolorose cessioni di Lukaku e Hakimi, Piero Ausilio ("Abbiamo enorme voglia di continuare con lui per più tempo, avremo l'incontro a breve") e Beppe Marotta ("Sono dinamiche che vanno affrontate con tranquillità, abbiamo a che fare con professionisti attaccati alla maglia e che vogliono proseguire qui") hanno un compito difficile e importante per garantire la continuità del progetto Inter. Le firme del numero 10 e del 23 sono arrivate e valgono tanto: ora serve quella del 77 per completare l’opera e guardare con più fiducia al futuro. Anche perché la matematica non è un’opinione: 10+23+77 fa 110. Un ipotetico voto che il dottor Marotta e Ausilio vorranno strappare anche nel corso di 'Laurea sul Rinnovo di contratto'. Con tanto di lode e bacio accademico.


Sezione: Editoriale / Data: Mer 10 novembre 2021 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi
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