Per un attimo il tempo sembrava essere stato  riavvolto all’indietro. Al bellissimo gol di Jonathan Massimo Moratti e famiglia hanno esultato senza freni, si sono alzati in piedi urlando a mostrare al mondo il loro cuore più nerazzurro che mai. Subito il pensiero è andato a quello che accadrà nelle prossime ore, all’arrivo di Thohir come nuovo azionista di maggioranza, un qualcosa ancora di difficile comprensione di fronte a tutta quella passione e a un amore così incondizionato verso il Biscione. Sembrava potesse essere il risveglio da un brutto sogno ma la realtà è un’altra e per il passaggio di consegne è ormai questione di ore.

Esultanza morattiana a parte, San Siro sembrava essersi trasformato comunque in una macchina del tempo. Vecchi profumi e antiche sensazioni dal sapore Specialissimo di Triplete. E’ infatti tornato fuori tutto il carattere dell’Inter che sembrava sepolto dalle macerie dell’ultima annata disastrata. Nonostante la stanchezza e un’ottima Fiorentina (malgrado le pesanti assenze), la WM, passata per la prima volta in svantaggio in questa stagione, ha trovato la forza per ribaltare tutto, prima per pareggiare con Cambiasso e poi per andare addirittura a vincere, il tutto con due bellissimi gol e una voglia di non mollare, molto simile a quella degli anni d’oro, anche se Moratti rifiuta un paragone di questo tipo.

Adesso le rondini, come le chiama Mazzarri, iniziano a diventare cinque. Per un primo bilancio, ha detto il tecnico toscano, bisogna aspettare la fine del girone di andata, gli indizi di una rinascita nerazzurra cominciano però a diventare importanti, così come la classifica, che è già di un certo spessore. Moratti saggiamente allontana la parola Scudetto, che però qualcuno come Johnny, il simbolo della Fenice interista, un po’ timidamente inizia a pronunciare. E’ sicuramente troppo presto ma l’aria che si respirava al Meazza, l’esultanza del popolo bauscia al gol vittoria, non possono che far tornare il tempo indietro agli anni d’oro. Adesso però ci sono  all’orizzonte le ennesime prove del fuoco, il Cagliari e soprattutto la nuova Roma prima in classifica per capire veramente dove può arrivare questa Inter. La nuova sicurezza arriva soprattutto vedendo quel comandante che in panchina non molla mai un secondo o un centimetro. Mazzarri è una scarica elettrica continua e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Mi ha sorpreso sentirlo (da bordo campo) spronare i suoi giocatori a Reggio Emilia contro il povero Sassuolo, anche sul 5 a 0, mai contento, mai soddisfatto, alla ricerca continua della perfezione. Qualcosa che sa tanto di Specialone, anche se il passato purtroppo non ritorna. O forse sì?

Sezione: Editoriale / Data: Sab 28 settembre 2013 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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