So benissimo che l’annata 2020/21 sia già incominciata. Non mi sono perso nulla, anzi. E guardando la classifica di Serie A, e quella del girone di Champions League, sembra quasi che in campo siano scesi i sosia scarsi dei giocatori dell’Inter. Diciamo la verità: tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori, si aspettavano risultati estremamente migliori. E sono sicuro che questo pensiero ronzi in testa pure a Conte e ai suoi calciatori.

È vero e oggettivo, come scrivo da settimane perché certe cose vanno sempre rimarcate, che ci siano state problematiche esterne indipendenti dalla volontà dei tesserati nerazzurri. Da errori arbitrali colossali, che in un mondo meritocratico dovrebbero portare alla cessazione lavorativa immediata e vitalizia di certi elementi, alle innumerevoli positività al Covid-19 che hanno privato il tecnico salentino di svariati uomini in più partite.

Ma come specificato più volte, tali situazioni – reali e sfavorevoli – non devono comunque essere utilizzate come alibi. Da nessuno. Il motivo è semplice: quest’anno l’Inter ha una rosa lunga. E con gli uomini a disposizione del mister si sarebbe potuto (e dovuto) fare di più. Altrimenti significherebbe che tutti avrebbero sbagliato le valutazioni su certi atleti. E che gli stessi non sarebbero (o non sarebbero più) da top club mondiale.

Siccome, anche per una forma puramente cabalistica, mi sembra alquanto difficile che per tutto l’anno i rivali dei nerazzurri risultino cinici e calcisticamente perfetti o quasi, mentre l’Inter continui a procrastinare errori gratuiti e di collettivo, pare assai probabile che i risultati della Beneamata possano migliorare. I 10 match in 32 giorni risulteranno decisivi per il proseguo della stagione. Per capire se in Italia davvero Lukaku e compagni potranno cullare sogni Tricolore. E se potranno ancora meritarsi di competere nell’Europa che conta.

Di fatto la stagione inizia adesso, o meglio la prossima settimana, contro il Torino. Con un ruolino di marcia normale, neanche straripante, i nerazzurri potranno togliersi tante soddisfazioni, dimostrare di essere davvero da Inter, e rientrare in corsa in tutte le competizioni. Una pretesa, neanche così esigente, per chi difende i colori di una delle squadre più prestigiose del mondo. Qualora poi non fosse così sarebbe un guaio. Inappellabile. Ma è inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta.

Pensate se lo avessero fatto in Cina quelli del Jiangsu. Oggi per Suning, a cui vanno giustamente inoltrati i nostri complimenti, è arrivato il primo titolo Nazionale con gli ex nerazzurri Eder e Miranda. Che gli attuali nerazzurri prendano esempio, puntando al medesimo obiettivo.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 13 novembre 2020 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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