In questi giorni il mio interesse, com’è ovvio che sia, va non solo al calcio, ma anche ai recenti avvenimenti di attualità e alla vicenda libica. Decido quindi di cliccare sul sito del Governo italiano, allarmato anche dalle dichiarazioni di guerra da parte del colonnello Muahammar Gheddafi, per conoscere le reazioni provenienti da Palazzo Chigi. Tra i comunicati in elenco, ne leggo uno apparsomi inusuale per quello che rientra tra i massimi organi di potere del Paese. 28-04-2011 è la data di stesura:
“Precisazioni da Palazzo Chigi. In merito a quanto riportano erroneamente alcune agenzie di stampa, il Presidente Silvio Berlusconi si è ben guardato dall’esprimere un pronostico sullo scudetto al Milan anche per evidenti ragioni scaramantiche”.
Alzo l’occhio sulla barra del browser: sì, sono proprio sul sito del Governo italiano. Alla sorpresa iniziale segue un amaro sorriso. Com’è possibile che invece di un conflitto che sta tenendo con il fiato sospeso intere Nazioni, il Presidente del Consiglio pensi al campionato di calcio? Avrà il tempo per fare ambedue le cose, dirà qualcuno. Tra una mozione e l’altra si può dare giustamente anche spazio allo smentire pronostici sul Milan, precisiamo, per evidenti ragioni scaramantiche. Francamente, io, mi sarei aspettato di leggere quelle parole dettate a un altro organo stampa - una testata sportiva, per esempio -, non di certo a governo.it, dove magari si potrebbe fare un accenno ai ventimila migranti che sbarcano in Italia, con tanto di cadaveri in mare. Qui non c’entra nulla la scaramanzia.
Tornando al calcio, ora si può dirlo, il Milan ha vinto lo scudetto. Dopo 5 anni di supremazia dell'Inter, 4 per gli juventini che ostentano 29 tricolori sulla bacheca del loro sito ufficiale, i rossoneri tornano sul trono d’Italia. Anche l’aritmetica emanerà il suo verdetto, prevedibile da settimane, in una delle prossime restanti tre partite, contro Roma, Cagliari o Udinese, quando la squadra di Allegri conquisterà quel solo punto che la proietterà a quota 78, sancendo così la vittoria definitiva del campionato. E l’Inter? Non starà di certo a guardare, ma dovrà far valere i suoi mezzi per difendere il secondo posto in una lotta con un Napoli che ha in mente di non mollare mai. Una piccola soddisfazione i nerazzurri l’hanno concessa sabato, in una partita con il Cesena che sembrava regalare su un piatto d’argento lo scudetto ai cugini. E invece no. Ci ha pensato il Pazzo Pazzini a rendere più esaltante del solito l’ennesima rimonta, a cui non ci abitueremo mai, della Pazza Inter. Due gol nei minuti di recupero, quando tutto era pronto per la festa rossonera. E’ ancora presto per gli champagne, è il messaggio che arriva dal Manuzzi. Leonardo, da tecnico e motivatore, dirà che ancora tutto può succedere. Tutto, aggiungo io, fuorché che i rossoneri perdano questo titolo. Intanto una delle immagini che fa più sorridere i tifosi nerazzurri non viene da Cesena ma da Milano, dove il pullman su cui i cugini avrebbero dovuto svolgere la parata celebrativa ha dovuto fare marcia indietro, dopo essere uscito dal garage di San Siro. Niente festa al Duomo, dove era già tutto pronto per celebrare un successo che manca dal 2004. Gli champagne, chissà, verranno stappati domenica prossima a Roma, al termine della sfida con i giallorossi.
Tornando all’Inter, Leonardo riesce a portare a casa altri 3 punti, insperati sino al 90’, nonostante la squadra palesi alcuni limiti tattici a cui il tecnico dimostra comunque di saper rimediare nel corso della gara. Oltre alla difesa, sarà l’aspetto su cui il brasiliano dovrà lavorare molto in vista della prossima stagione. Perché Leo verrà confermato, ma solo se garantirà un saldo approdo ai posti Champions, magari regalando a Moratti la settima Coppa Italia nella storia del club. Messe da parte le ossessioni di rimonta, i nerazzurri devono affrontare i restanti impegni cercando di recuperare quella freschezza psico-fisica che sembrava averci ridato, nei primi mesi del 2011, l’Inter del triplete. Fiorentina, Napoli e Catania, tutte gare casalinghe eccetto quella con i partenopei. E proprio contro la squadra di Mazzarri sarà fondamentale uscire dal San Paolo quantomeno imbattuti per non rischiare di perdere anche il secondo posto. Ben venga l’en plein, anche se a Napoli sarà senz'altro dura; e non dimentichiamoci che sia sabato a Cesena che domenica scorsa contro la Lazio, è vero, la vittoria è arrivata, ma sempre con ampie dosi di sofferenza. Basta rimonte, almeno sino alla prossima stagione. Un finale sereno è quello che mi auguro.
Tornando al Manuzzi, due cross, uno al bacio di Maicon, due gol di Pazzini. Si parla tanto delle cessioni dei big nerazzurri, il Colosso tra questi. Ma se la scelta della società è quella di puntare sull’ex bomber doriano, che senso ha privarsi di una delle più micidiali macchine da cross al mondo? Nella stagione del brasiliano, fatta di alti e bassi, ha pesato innanzitutto il calo di tutta la squadra, poi il Mondiale e il pessimo inizio di stagione nerazzurro. Vedremo l’anno prossimo, smaltito ogni stress derivante dal campo, con un’adeguata preparazione, se non tornerà il Maicon divoratore della fascia destra. E il Principe? Io dico, guai a chi lo tocca. Una stagione sfortunata ci sta, per qualunque giocatore. Dai fasti della notte di Champions di Madrid, in cui era stato eletto l’eroe indiscusso, Milito ha dovuto fare i conti con le scelte del c.t. Maradona, che l'ha tenuto fuori dall’undici di partenza argentino ai Mondiali in Sudafrica, e con la clamorosa esclusione dai candidati al Pallone d’Oro. La botta psicologica, non c’è dubbio, è arrivata anche a causa di una serie infinita di infortuni. Una volta rientrato a disposizione del mister, sembrava che quella maledettissima palla non volesse proprio entrare. Lui non ha voluto mai demordere, e così continuerà a fare. Le trattative con il Genoa hanno ben poco di veritiero. Cinque milioni all'anno è un investimento che Preziosi difficilmente vorrà compiere. A giugno Diego compirà 32 anni e avrà ancora il tempo per riprendersi la sua Inter, quella che ha guidato, decidendo oltretutto le ‘finali’, a vincere scudetto, Tim Cup e Champions League. Noi abbiamo l'obbligo di aspettarlo.
Tornando al Milan, spero proprio che i cugini conquistino lo scudetto già domenica prossima all’Olimpico, magari così potranno liberarsi dai timori dettati dalla scaramanzia e pronunceranno, dopo sette anni, la parola magica. Inoltre il Premier, una volta che la sua squadra raggiungerà il titolo, avrà più tempo da dedicare al dettare comunicati che maggiormente competono a un capo di governo. Eviteremo così anche di sentir parlare di tabelline e rimonte improponibili per l'Inter. Perché quello che adesso a noi interessa è il secondo posto in campionato e la Tim Cup. In Coppa la squadra di Leonardo potrà prendersi la sua rivincita sui rossoneri, qualora questi riescano in semifinale a ribaltare il 2-2 casalingo dell'andata eliminando il Palermo. Ma io non ho detto che l'Inter la spunterà contro la Roma, per evidenti ragioni scaramantiche.
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