Non è una partita come un'altra. Non lo è mai stata e mai lo sarà. Il derby è il derby, punto. Termine inglese che in origine definiva una corsa equestre, poi nel calcio si è iniziato a usare per qualificare la sfida tra squadre della stessa città o anche della stessa area geografica o comunque tra due mondi che suscitino una accesa rivalità tra le tifoserie. A Milano il derby si è sempre arricchito di contenuti nobili perché spesso e volentieri non ha messo in palio solo la supremazia cittadina, ma scudetti e Coppe, che in grande numero riempiono le bacheche rossonerazzurre. A Milano, complice anche la mancanza di una grancassa radiofonica locale come invece, ad esempio, esiste a Roma, la settimana che precede la stracittadina è abbastanza simile alle vigile di partite “normali”, ma quando arriva il giorno deputato, la storia cambia. Eccome se cambia.

Quando realizzi veramente che mancano poche ore a Inter-Milan, sai quanto conti una sola cosa: esserci. E vincere. Per i tifosi delle due squadre nati a Milano ha un sapore particolare, per quelli provenienti dal resto d'Italia, ma anche d'Europa e del mondo, lo stesso. Anche per il fascino della sfida e dello stadio in cui si gioca. Tra interisti e milanisti c'è rivalità accesa, come giusto e sacrosanto che sia. Ma c'è rispetto, un rispetto derivante dal palmares delle due squadre, anche se dalla sponda interista non si smette mai di ricordare ai dirimpettai le due retrocessioni in serie B. Inter-Milan vuole dire Meazza pieno a prescindere: domani sera saranno in 75 mila, possibile record di incasso. L'atmosfera è unica, c'è attesa per le coreografie delle due curve che saranno imponenti come al solito, i cuori inizieranno a battere forte quando dal tunnel sbucheranno i giocatori e le maglie che indosseranno.

Nerazzurri contro rossoneri, la differenza cromatica primo ingrediente di una disputa che va oltre i 90 minuti passati a tirare calci al pallone. Sul campo è palese la supremazia interista negli ultimi anni. Loro non lo vincono in campionato dal gennaio 2016, l'Inter ha conquistato i tre punti consecutivamente negli ultimi tre appuntamenti. La credenza popolare dice che nel derby, di solito, vince la squadra sfavorita alla vigilia. A Milano, invece, di solito, vince chi è realmente più forte. L'Inter arriva al derby con la necessità di vincere per alimentare l'idea di poter concorrere fino all'ultimo per lo scudetto. I tifosi del Milan, oltre a credere ancora ad una rincorsa che porti all'Europa, vorrebbero proprio che il derby ponga fine alle velleità della Beneamata. La vittoria di Udine, in parte sofferta, ma ottenuta da squadra vera su un campo mai facile, ha posto fine a quella serie di pareggi con Atalanta, Lecce e Cagliari che hanno rallentato la corsa. Pareggi ancora più dolorosi perché arrivati dopo il vantaggio nerazzurro e contro squadre che un'Inter con ambizioni forti deve sempre battere, Atalanta compresa.

Domani sera, purtroppo, Antonio Conte dovrà fare a meno per la seconda volta consecutiva dello squalificato Lautaro Martinez; grande occasione per Sanchez di dimostrare di essere ancora un giocatore sopra la media. Solo all'ultimo momento sapremo se Samir Handanovic riuscirà ad esorcizzare l'infrazione al mignolo sinistro per riprendersi così il posto da titorale, nonostante il buon Padelli visto al Friuli. Conterà molto la grande voglia del capitano nerazzurro di giocare una gara come il derby, ma saranno valutati con estrema attenzione anche gli eventuali rischi che l'impiego comporterebbe. Dopo le spezzone senza voto contro la Fiorentina in Coppa Italia e la prova senza squilli di Udine, i tifosi dell'Inter si aspettano di veder giocare un gran derby a Christian Eriksen. Conte deve decidere, o ha già deciso, se impiegarlo dall'inizio o a gara in corso, ma in un modo o nell'altro il danese sarà protagonista. Il tempo necessario per ambientarsi in un altro calcio e adattarsi ai movimenti che vuole il mister e poi ci gusteremo questo gran giocatore che solo chi è in malafede o non sa di calcio, può pensare che non sia un acquisto utile per l'Inter che vuole vincere.

Dall'altra parte l'ex Pioli confida nella voglia di stupire dell'ex Ibrahimovic. Magari Ibra segnerà, come segnò il Ronaldo versione rossonera. Firmerei subito, se l'epilogo fosse lo stesso di quel derby, datato 11 marzo 2007. Ah, per chi non ricordasse, vinse 2-1 l'Inter in rimonta. -1 al Derby. Mai una partita come le altre.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 08 febbraio 2020 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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