Il Papa si è dimesso. La notizia del giorno è questa, piaccia o non piaccia. Benedetto XVI terminerà il suo mandato a fine mese e poi lascerà il pontificato. Si è arreso. C'è chi parla di motivi di salute non meglio specificati, chi di un fardello troppo pesante da sostenere. Il fatto inconfutabile è che presto ci sarà un altro Papa alla guida della Chiesa.

E' invece rimasto deluso chi si aspettava le dimissioni di Andrea Stramaccioni dopo il periodo di buio della sua Inter. Il tecnico romano ha barcollato, ma non ha mai pensato di abbandonare la panchina. Né la dirigenza nerazzurra, con Moratti in testa, ha mai avuto  l'idea di esonerarlo. Ad Appiano Gentile si crede fortemente nel lavoro di Strama e la vittoria sul Chievo, benché non imprevista, ha comunque avuto il beneficio di riconsegnare fiducia e forza a tutto il gruppo.

Ha cambiato Stramaccioni. Ha cambiato l'Inter nello spirito e nella tattica. Dal Chievo al Chievo: un girone fa il passaggio alla difesa a tre, domenica il ritorno alla linea a quattro. Tra errori e assenze, l'allenatore interista ha nuovamente riportato i suoi alla vecchia disposizione. Il rischio era grosso, perché in più di una circostanza i centrali si erano trovati a mal partito con questo sistema difensivo, ma contro la squadra di Corini - ad eccezione di un paio di situazioni - il pacchetto arretrato ha retto benissimo, tanto che al 90' non si contano parate di Handanovic.

Senza Guarin e Kovacic, Strama ha proposto una mediana più robusta, con Kuzmanovic coadiuvato da Gargano e Cambiasso. Soluzione ideale per sorreggere i tre dell'attacco e, non a caso, ha brillato la stella di Cassano, svincolato da compiti oppressivi di ripiegamento e libero di scorrazzare sulla sinistra dove ha mandato in tilt Andreolli e soci.

Al di là dell'apporto indiscutibile fornito da un Milito a non più del 60% delle potenzialità, va rimarcato lo spirito aggressivo dei nerazzurri nell'interpretare la partita. Difficile capire dove arrivino i demeriti del Chievo e dove i meriti dell'Inter. Quel che è certo è che Stramaccioni non si è arreso. Non ha mollato. A differenza di altri, ha tenuto duro e adesso spera di aver dato la scossa definitiva alla stagione. Proprio nel momento in cui arrivano le sfide decisive. Moratti l'ha confermato: "Il progetto va avanti". E, per quanto detesti la parola 'progetto', sono contento che il presidente confermi la volontà di proseguire su una strada tracciata con coraggio e lungimiranza.

Al campo il responso, ma è chiaro che se davvero Stramaccioni passerà indenne l'annata, allora potremo davvero dire di aver ritrovato una stabilità tecnico-societaria che non si vedeva dalla stagione del Triplete. E gridare felici: Habemus Papam!

Sezione: Editoriale / Data: Mar 12 febbraio 2013 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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