L'avevamo scritto stamattina: ''Ranocchia va via, Guarin forse. A Branca e Ausilio restano 11 giorni per intervenire sul mercato e rinforzare la rosa''. Detto, fatto. Passano poche ore e il mercato dell'Inter s'infiamma. Dalla Germania arrivano conferme sull'interessamento concreto del Borussia Dortmund per il difensore umbro, mentre sull'asse Torino-Milano si accelera in maniera clamorosa per uno scambio che nessuno aveva previsto: Guarin alla Juventus e Vucinic all'Inter.

Giusto il tempo di fare le prime verifiche sull'indiscrezione e il popolo nerazzurro insorge, soprattutto sul web. La Curva Nord si fa portavoce del malcontento della (presunta) maggioranza e redige un comunicato durissimo contro l'operazione di mercato proposta dal club nerazzurro e accolta a braccia aperte da quello bianconero. L'obiezione più gettonata è quella di non vedere il motivo per favorire un'acerrima rivale come la Juve, cedendole un giocatore più giovane di quello che arriva in cambio. E qui qualcosa succede. La trattativa si arena e qualcuno parla di dietrofront di Thohir proprio in virtù delle contestazioni dei tifosi. Possibile? Mah.

La realtà è che ballano circa 3 milioni di conguaglio in favore del club del tycoon indonesiano e che Agnelli non vorrebbe concedere. Milioni utili e possibilmente da aggiungere, in un breve futuro, a quelli incassati per l'addio di Ranocchia. Detto di Pereira ufficiale al San Paolo, ecco che il mosaico si completa: in difesa Ranocchia non verrà rimpiazzato, si chiuderà per D'Ambrosio (destro che gioca anche a sinistra) e, appunto, in attacco è in rampa Vucinic.

Il tutto, con un tesoretto stimabile attorno ai 12-13 milioni di euro, senza contare il risparmio sugli ingaggi. Se a ciò si aggiunge il mancato rinnovo di parecchi stipendi pesanti a giugno, ecco che si può ipotizzare un rinforzo importante per il centrocampo. Si parla di Hernanes subito, ma al momento nessun passo serio è stato fatto in tale direzione.

E veniamo al nodo: giusto scambiare Guarin con Vucinic più conguaglio? Il cuore dice di no, la testa dice di sì. In altri tempi, Moratti avrebbe tenuto tutti. Ora che si paga lo scotto anche di una gestione poco razionale, Thohir deve decidere e, in fondo, è stato cercato per questo: prendere decisioni finanche scomode. Più da cinico imprenditore che da tifoso. A Mazzarri serve un attaccante e Vucinic è il migliore su piazza. Senza poi dimenticare la doppia vera radice del distacco dal colombiano: da un lato la richiesta di aumento dell'ingaggio oltre i limiti salariali stabiliti dal nuovo proprietario dell'Inter, dall'altro la necessità/volontà di far decollare definitivamente il talento di Kovacic.

Eh già, perché se qualcuno se lo fosse dimenticato, una delle critiche più aspre mosse contro Mazzarri in questi primi mesi è stata quella di non far fare esperienza da titolare al baby croato. Con Milito che torna, Palacio inamovibile, Alvarez fiore all'occhiello della stagione, la scelta per un sacrificio è presto detta: Guarin o Kovacic. Chiunque avrebbero scelto, si sarebbe avuta una sollevazione popolare. E allora giusto puntare sull'ex Dinamo Zagabria, su cui si è investito parecchio, e giusto – di conseguenza – dire addio a Guarin. Chiaro: venderlo all'estero e poi prendere comunque Vucinic non avrebbe causato cotanto malumore. Ma in Europa nessuno ha davvero affondato il colpo per l'ex Porto e così si è arrivati alla soluzione che ha scatenato l'ira di una parte cospicua del popolo interista. Lo stesso popolo – urge ricordare – che spesso si è scagliato a suon di fischi contro il colombiano.

Ma la realtà è lì: all'Inter serve un attaccante e può fare a meno di un centrocampista offensivo, specie se si vuole lanciare con convinzione il numero 10 slavo. Ecco perché dubito che si pensi davvero di prendere Hernanes. Piuttosto, con quel gruzzolo, si potrebbe optare per il centrocampista di sostanza, stazza e polmoni che tanto manca a questo organico. In questo senso, uno come Nainggolan avrebbe fatto più che comodo.

Una giornata irrazionale, tra sorprese, indiscrezioni e ribaltoni. Quello che resta è la solita insostenibile leggerezza dell'essere (interisti).

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 gennaio 2014 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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