Alla faccia del rinnovamento. Quando ti aspetti un colpo in entrata, ecco che arriva la notizia meno preventivabile, direttamente dalla lontana Turchia: Cristian Chivu resta all’Inter per altri due anni. Proprio il romeno, destinato a cambiare aria a parametro zero, portando via con sé un pesantissimo ingaggio da circa 5 milioni di euro netti a stagione, continuerà a vestire la maglia nerazzurra. Ma lo farà alle condizioni della società, vale a dire a 2,5 milioni l’anno. Troppi, comunque, per una buona fetta di tifosi che preferivano andasse altrove per fare spazio a gente nuova, senza le scorie della scorsa, maledetta, stagione. Francamente anch’io sono rimasto sorpreso da questo colpo di scena, davo già per fatto l’addio del romeno dopo 5 anni di militanza nerazzurra. Eppure non boccio questa operazione, pur rischiando di trovarmi in netta minoranza (rischio le bastonate, magari gli chiedo in prestito il caschetto...). Ridurre un ricco stipendio è un gran colpo per una dirigenza che deve abbassare il monte ingaggi, inoltre trattenere un giocatore di 31 anni (non 35…) e ricco d’esperienza (apprezzato dal suo allenatore) non può che fare bene a una rosa che deve, giocoforza, puntare ai massimi obiettivi a partire da agosto.

Certo, Chivu non è un fenomeno, ha commesso molti errori ma non deve essere il capro espiatorio di una stagione ben al di sotto delle attese. Poi, conosce bene l’ambiente nerazzurro e sa ancora il fatto suo, altrimenti non avrebbe avuto molti corteggiatori nelle ultime settimane, frenati solo dalle sue richieste economiche. Ora spero solo che l’ex Roma e Ajax mi dia ragione e contribuisca alla rinascita nerazzurra. Confermando Chivu la società ha accontentato Stramaccioni, sponsor del romeno, e si è tolta il peso della ricerca di un sostituto all’altezza, dando così la possibilità a Juan di maturare altrove, con calma. Idea intelligente, visto che la restaurazione prevede un mix tra esperienza e freschezza. Altrimenti possiamo scordarci di tornare a vincere subito.

A proposito di vincere, stasera la storia dell’Inter potrebbe arricchirsi di un titolo. A giocarselo è la Primavera di Bernazzani, bravissimo a proseguire il lavoro di Strama. Ho ancora negli occhi il 4-3 nel derby, gioia indescrivibile alla faccia del calcio minore. Resta un altro piccolo sforzo da compiere, battere la Lazio nella finale di stasera al Barbetti di Gubbio. Lo scudetto è lì, a portata di mano. È alla nostra portata, perché questo gruppo ha già ampiamente dimostrato di essere una spanna sopra gli altri di pari categoria. Ha già vinto in Europa, non resta che chiudere il cerchio contro le Aquile. E poi, prepariamoci a salutare molti dei protagonisti di questa straordinaria stagione, depauperata solo da qualche scivolone ai rigori ma comunque storica.

Abbiamo la Cantera migliore d’Italia e il club continuerà a darle fiducia oltre che rinforzarla con baby promesse scovate in giro per il mondo. Nasce lì il futuro dell’Inter, dai vari Longo, Crisetig, Mbaye, Duncan, Spendlhofer, Livaja. Andranno altrove a fare esperienza, ma un giorno torneranno, sempre che mantengano le promesse di oggi anche a un livello superiore. E sempre che la società non rischi di perderli in altre operazioni di mercato. Ma non voglio pensarci, la mia mente va solo alla finale di stasera, perché il traguardo è grande e ce lo meritiamo. Poi, chi vivrà vedrà.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 09 giugno 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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