Il 'Matador'. Questo è il soprannome che accompagna da una vita intera Edinson Cavani, formidabile centravanti uruguaiano che all'alba dei 33 anni è in cerca di un nuovo autore che plasmi il suo destino sportivo. Free agent in una stagione senza una data di scadenza, il bomber uruguagio potrebbe anche tornare in Italia, all'Inter, dove per farsi largo nella scala del gradimento di Antonio Conte potrebbe essere costretto a matare il Toro Lautaro Martinez, attuale titolare del ruolo assieme Romelu Lukaku, l'unico componente del reparto offensivo nerazzurro certo di restare anche nell'annata 2020-21.

Sì, perché le prospettive future di mercato del club milanese dipendono, volente o nolente, dall'epilogo della telenovela Lautaro, oggetto del desiderio massimo di tutto il barcellonismo. Da Lionel Messi in giù, il 10 della Beneamata è stato nominato con un plebiscito come il delantero del futuro, l'erede designato di Luis Suarez, a cui rimangono le ultime cartucce da sparare per concludere la sua vita futbolistica. Destini incrociati per il Pistolero e il Matador, coetanei nati a meno di un mese di distanza l'uno dall'altro alla stessa latitudine: nella città di Salto, situata sulla sponda sinistra del fiume Uruguay che segna il confine internazionale con l'Argentina.

La sottile linea che divide anche le strategie espansionistiche di Beppe Marotta, che come in un risiko virtuale sta muovendo nella sua testa le varie pedine per cercare di difendersi dalle offensive nemiche, per poi sferrare l'attacco decisivo. In questo intrigo internazionale, i punti nevralgici sulla mappa geografica sono stati dislocati dal Sudamerica all'Europa, precisamente tra Milano, Parigi e Barcellona. Una triangolazione in cui si consumerà il grosso del calciomercato più strano dell'era moderna, quello in cui vigeranno le regole imposte da una pandemia mondiale. Le società ricorreranno certamente al baratto abuseranno delle plusvalenze (la Uefa chiuderà probabilmente un occhio), sempre comunque sottostando alla legge dei giocatori. Il mondo delle trattative ruoterà attorno all'asse della volontà di chi scende in campo. Come accade ormai dal '95, anno della sentenza Bosman. Non è un caso che l'Inter da qualche giorno a questa parte si sia ritrovata nella condizione di escogitare un piano alternativo dopo la promessa d'amore fatta da Dries Mertens al Napoli. Il belga, pur libero di accettare la corte dei milanesi e del suo amico Lukaku, ha scelto con il cuore di legarsi per altri due anni alla città che lo ha adottato nel 2013 ribattezzandolo con il nome partenopeo Ciro. In questi anni, l'ex Psv Eindhoven è entrato nel pantheon dei campioni della storia azzurra, dominato da Diego Armando Maradona, proprio come era accaduto a Cavani grazie allo strepitoso score di 104 gol in 138 partite.

Da quel tempio che si trova alle pendici del Vesuvio, la Beneamata potrebbe pescare Edinson, atteso dall'Ultimo tango a Parigi in Champions, visto che il Psg è già stato proclamato campione di Francia pur senza disputare l'ultima parte di Ligue 1. "La mia carriera potrebbe durare ancora qualche anno, a Parigi o altrove, non lo so", ha detto recentemente il 21 della Celeste lasciando apertissimo il discorso. Sotto la Torre Eiffel regna l'incertezza assoluta, più che in ogni altro posto del mondo del calcio: oltre a Cavani, anche Mauro Icardi, l'altro argentino assieme a Lauti di questo romanzo popolare, non sa che ne sarà del suo futuro. L'Inter è in posizione d'attesa, il che non significa che subirà passivamente lo svolgimento degli eventi. Ha dettato una linea ben precisa, si è già mossa sottotraccia per non farsi trovare scoperta di fronte al ventaglio di possibilità che possono concretizzarsi in estate. Ripartirà da Lukaku, decreterà il divorzio definitivo dall'ex capitano Maurito e poi disegnerà il parco attaccanti da mettere a disposizione di Conte per essere all'altezza della Juve e delle big europee. Le idee sono tante ma portano tutte a un minimo comune denominatore: la comprovata esperienza internazionale. Quella che Lautaro si sta costruendo a Milano, anche grazie alle notti magiche di Coppa: il 2 ottobre, ad esempio, riuscì nell'impresa di ammutolire il Camp Nou con un gol-lampo che colpì al cuore il Barça. Poi i due 'spari' di Suarez, alla resa dei conti, si dimostrarono più letali del colpo secco del Toro, a cui Messi decise di concedergli l'onore delle armi regalandogli la sua preziosa camiseta numero 10, praticamente una reliquia per i credenti del calcio. Un gesto simbolico del sei volte Pallone d'Oro, che nel tempio sacro catalano ha realizzato il sogno del suo compagno di Nazionale argentino vestendolo con i colori blaugrana. Per una notte appena, almeno fino a quando l'ex Racing non esporrà le sue intenzioni al mondo. Solo a quel punto si capiranno a fondo i piani dell'Inter, ambiziosi con o senza Lautaro. In caso di permanenza di quest'ultimo, l'attacco potrebbe essere completato appunto da Cavani che andrebbe ad aggiungersi a Lukaku e a un giovane. Nell'ipotesi di un addio, a quel punto la dirigenza rivoluzionerebbe il reparto scegliendo il jolly da un mazzo di carte che comprende Aubameyang, Aguero, Werner e Dembele. Senza dimenticare eventuali sorprese alla Cavani, il Matador tra i matador candidati a prendere il posto di Lautaro Martinez. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 21 maggio 2020 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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