Scorre veloce, il tempo. Lo fa al ritmo dettato dai mass media, come per Andrea Stramaccioni: cinque mesi fa rischiava di bruciarsi, non si parlava d'altro che della sua età. Adesso, sembrano essersene improvvisamente dimenticati tutti. Che strano, un po' come lo scambio Cassano-Pazzini. Fino alla tripletta del Pazzo al Bologna, la domanda più quotata d'Italia era: "Chi ci ha guadagnato?". Da quel momento in poi, nulla di più. E pazienza se Pazzini poi, in Nazionale, ha guardato le mosche mentre Cassano lavorava duro sotto il sole di Appiano Gentile. Forse, ci ha guadagnato l'Inter. In tutti i sensi. Di questo scambio si parla ancora troppo poco, esattamente come di quei 7,5 milioni che condiscono l'operazione come uno straordinario dessert alla fine di un delicato pasto di lavoro. Non perderanno occasione per farlo appena il vento girerà dall'altra parte, magari tra una lite e l'altra.

Dei problemi altrui, però, l'Inter non si cura. Perché Cassano è stato un investimento impeccabile, valutato fino al giorno d'oggi. Un'operazione intelligente innanzitutto dal punto di vista tecnico-tattico, oltre che economico. Di questo abbiamo già parlato a lungo, ma adesso sta parlando anche il campo. Eccome, se sta parlando. Antonio ha bagnato l'esordio con un assist, ha purgato la Roma col fardello dell'ex, ha accettato la panchina di Torino ballando la salsa con Cordoba tra le risate generali senza dimenicare che c'era un Gillet da castigare anche a gara in corso. Decisivo, letale, spietato. Perfettamente utile, perché Cassano ha capito quello che deve fare per stregare Stramaccioni. Difende il pallone, aiuta la squadra, non si perde in giochetti inutili. La mette dentro e illumina la retta via ai compagni d'attacco, proprio come contro il Rubin Kazan. Un'altra prestazione positiva nel buio del San Siro stregato.

Anche durante la settimana, Antonio è il grande vincitore. Si allena con massima professionalità, per lui parlano i chili persi e la forma brillante ritrovata. E poi, c'è il trionfo fuori dal campo. Perché Cassano ha sprigionato un'allegria travolgente. Non sta zitto un attimo, scherza e sorride, prende in giro tutti e poi abbraccia i suoi amici. Ma non ci fermiamo qui. Perché un'operazione intelligente, al giorno d'oggi, dev'essere allargata anche oltre il rendimento in campo (quello che conta più di tutto, sia chiaro). I dati del merchandising legati a Cassano sono entusiasmanti. La maglia di Antonio già spopola. Riveliamo anche una piccola curiosità: per via del suo 99, addirittura, il negozio ufficiale Solo Inter nel cuore di Milano ha esaurito proprio i numeri 9 da applicare sulle maglie da qualche giorno, via al rifornimento immediato. Il merchandising oggi è una realtà importante da considerare, lo ripetiamo da tempo, lo conferma il direttore Fassone e ne ha parlato anche due giorni fa il dottor Paolillo: per i ricavi è necessario battere con più decisione queste vie. Insomma, Cassano è un successo dovunque. Economicamente, tecnicamente; in campo, nello spogliatoio e pure sul mercato del merchandising. Insomma, the (Cassano) show must go on.

Mentre si gode Cassano, l'Inter pensa anche al futuro. Perché, come spiegato da tempo, ci sono anche determinati contratti da rivalutare. Quelli eccessivi, da Sneijder a Milito passando per Stankovic. I big dovranno discutere con la società a proposito della nuova formula che ha in mente l'Inter per abbassare ulteriormente il monte ingaggi: stipendi di base più bassi (tetto a circa 4-4,5 milioni), bonus variabili a raggiungimento di obiettivi per alzare il salario e quindi ingaggio spalmato e ridotto. In questi mesi, dalla società si passerà quindi a trattare con i top questa nuova soluzione. L'unica perseguibile per abbattere gli stipendi e avvicinarsi ulteriormente alla stabilità finanziaria. L'intenzione è di andare avanti con i big. Ma la strada è ancora da percorrere. Diranno tutti sì? Con Maicon e Julio Cesar non è andata esattamente così, presto sapremo chi sarà ancora parte fondante del progetto Inter. Da qui al 2014, di sicuro, lo sarà Antonio Cassano. Questione di tempo. Proprio quello che scorre come vogliono i media...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 settembre 2012 alle 00:01
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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