327 minuti giocati in totale in stagione non è certo quell oche si aspettava Lukas Podolski nel suo terzo anno di Arsenal. Wenger l'ha mandato in campo appena 7 volte in Premier (106 minuti), 5 in Champions (131) e 1 in League Cup (90): un bottino esiguo, soprattutto in campionato, che denota quanto poco il tecnico francese faccia affidamento sulle forze del tedesco. Ed è strano, perché fu proprio Wenger il primo fautore dell'arrivo di Poldi ad Emirates nel luglio 2012 (11 milioni il costo del cartellino). Da quella data, molte cose sono cambiate, ma non la voglia di giocare dell'ex Colonia e Bayern, campione del mondo con la Germania nella spedizione brasiliana.

UN “PALACIO MANCINO” - Podolski, classe 1985, è un attaccante duttile, in grado di ricoprire più ruoli sul fronte offensivo. Il suo ruolo naturale è quello di seconda punta, ma sa disimpegnarsi agevolmente tanto da centravanti (è comunque alto 182 centimetri), quanto da esterno. Una sorta di “Palacio mancino”, meno tecnico dell'argentino, ma più potente. Il suo piede sinistro è uno dei migliori in circolazione e in questa stagione l'ha potuto liberare soprattutto in Europa, con tre centri in cinque presenze (in Champions viaggia alla media di un gol ogni 44 minuti giocati).

AFFARE (QUASI) FATTO - Sarà per questo motivo che Roberto Mancini ha messo gli occhi su di lui: Podolski farebbe al caso del Mancio sia in caso di tridente, sia in caso di doppio attaccante. Un'arma che diverrebbe fondamentale nel 4-3-3, nel 4-2-3-1 o nel 4-4-2 (rombo o meno). Il tedesco ha già dato il suo gradimento a vestire la casacca nerazzurra e, secondo i bene informati, sarebbe già cosa fatta l'accordo tra il club di Thohir e l'entourage del tedesco. Manca quello con l'Arsenal, che però pare aver ceduto sul prestito. Da definire la modalità: prestito con diritto di riscatto oppure con obbligo. Nel primo caso, l'Inter potrebbe arrivare a una spesa di 8 milioni, nel secondo si parla di 6.

VOGLIA MATTA - Euro in più, euro in meno, l'approdo di Podolski a Milano risolverebbe una buona fetta di problemi di Mancini, nonostante lui non sia un'ala purissima. Ma in questa Serie A così malmessa, uno come Poldi farebbe tutta la differenza del mondo, sia per qualità che per caratura. Chi lo conosce bene, sa che ha una voglia matta di giocare, quello che non sta facendo quasi per nulla con l'Arsenal. Da qui l'assenso a “retrocedere” in un club fuori dalla Champions e che difficilmente ci tornerà il prossimo anno. Anche se con Podolski in più, le chance aumenterebbero in maniera esponenziale.

Sezione: Copertina / Data: Ven 26 dicembre 2014 alle 08:30
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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