"Quando il ct parla di te significare sei sulla strada giusta. È una soddisfazione che arriva dal lavoro e dai sacrifici della mia famiglia. Sia chiaro, non ho fatto ancora nulla, quindi devo continuare così". Soddisfatto e orgoglioso, ma umile e con i piedi per terra. Gaetano Oristanio si racconta a tuttotondo a Sportweek, dove esordisce con il racconto di come sia nato il feeling con il ct azzurro Mancini e di come con lui si è "sentito libero di osare. Appena arrivati, il mister ci ha riunito in un cerchio e ci ha consigliato di giocare come sappiamo, di provare la giocata. Il concetto è stato il seguente: ’Nessuna pressione’. Non me lo sono fatto ripetere, quindi via di dribbling e uno contro uno. Quando mi lasciano libero rendo di più".

I complimenti saranno arrivati anche dall’Inter.
"Certo. Ci sentiamo sempre, soprattutto con Dario Baccin. Se sto facendo bene lo devo a loro e alla fiducia che hanno sempre avuto nei miei confronti. Tra i ricordi più belli che ho ci sono i due campionati vinti nelle giovanili e i gol segnati al Barcellona in Youth League, nel 2019”.

Durante gli allenamenti con la prima squadra, uno estroso come te di sicuro avrà incassato qualche randellata dai più esperti.
“Ecco appunto. I ritmi erano altissimi, i giocatori andavano a duemila all’ora. A un certo punto salto secco Godin con una bella giocata partendo dall’esterno, ma l’Azione successiva finisco a terra con un tackle deciso, diciamo un calcione. Tempo di rendermi conto e lo vedo lì, in piedi di fronte a me. Mio sono rialzato senza dire una parola”.

A proposito di giovani italiani all’estero. Iniziate a essere tanti: tu al Volendam, Gnonto al Leeds, Esposito all’Anderlecht, Lucca all’Ajax, Viti al Nizza, Casadei al Chelsea, Scamacca al West Ham, Chiarodia al Werder. Qual è la differenza?
"Libertà e fiducia. E per libertà intendo anche la possibilità di sbagliare. Un ragazzo di vent’anni va aspettato, capito, e qui ti danno più occasioni per dimostrare chi sei. Un mesto fa ho giocato contro Lucca. Prima della partita abbiamo parlato un po’ dell’Olanda e di come ci stiamo trovando. Anche lui ha sottolineato questo aspetto".

Insomma, l’estero per un ventenne è come l’El Dorado?
"L’intensità è altissima. L’anno scorso, appena uscito dalla Primavera dell’Inter, ho scelto il Velendam per giocare e oggi sono acncora qui, dopo aver vinto il campionato di Serie B".

Con te c’è anche Filip Stankovic, figlio di Dejan, portiere titolare.
"Stiamo sempre insieme. Lui abita ad Amsterdam, io a Volendam, ma nei giorni liberi giochiamo alla Playstation o facciamo o facciamo un giro lungo i canali. Ormai conosciamo a memoria ogni ristorante italiano della zona".

I tifosi vi amano, tra l’altro. Filip ha parato un rigore ed è stato più volte protagonista, lei ha fatto un gol in rovesciata.
"Contro l’Eindhoven, all’ultima giornata dello scorso campionato, in occasione della festa promozione davanti alla nostra gente. Ci ho riprovato anche contro l’Ajax. Quest’anno non ho ancora fatto gol".

Obiettivo individuale?
"La salvezza con il Volendam. Ragiono così, passo dopo passo. Se proprio devo dirne uno, cito Messi. Giocare contro di lui sarebbe un sogno, poi posso anche smettere".

Sezione: Copertina / Data: Sab 14 gennaio 2023 alle 11:40
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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