"Ci sono partite che nascono male e non puoi farci nulla. Dopo meno di venti minuti eravamo sotto di due gol avendo preso un solo tiro... E quando è stato espulso Miranda, la partita è finita lì. Una gara che non puoi analizzare sotto l’aspetto tattico: è andata così e basta". Roberto Mancini, intervistato dal Messaggero, torna così sul ko interno con la Fiorentina che per molto non è stato altro che la conferma dei problemi nascosti fin lì dai risultati. "In Italia sono tutti allenatori, del resto... Ma a volte nessuno si accorge se e quando uno cambia modulo... Contro il Verona, ad esempio, nel secondo tempo avevamo giocato con lo stesso sistema, e tutto era andato molto bene. Con Perisic esterno destro, cioè nel suo ruolo naturale. Ma contro la Fiorentina tutto quello che avevamo preparato è diventato inutile dopo meno di venti minuti".

Troppi elogi dopo le cinque vittorie di fila?
"Troppi? Troppo pochi... Nonostante i cinque successi, tutti meritati e senza mai subire in difesa, continuavano ad accusarci di saper vincere solo per uno a zero... Forse qualcuno non aspettava altro che una nostra sconfitta per dire: visto che avevo ragione io? Da una parte sono contento di aver reso felice qualcuno, anche se per un solo giorno. Sia chiaro, comunque, che avrei firmato per essere primo dopo sei giornate...".

Classifica alla mano, è un campionato equilibrato o modesto?
"Un bel campionato, visto che il livello medio si sta alzando. Questo perché anche le squadre meno dotate tecnicamente se la giocano, non fanno difesa e basta".

Si aspettava una Juventus così in difficoltà?
"No, anche se pensavo che avendo perso tre giocatori del calibro di Pirlo, Vidal e Tevez avrebbe subito un contraccolpo negativo".

Kondogbia diventerà più forte di Pogba?
"Oggi non lo è, anche perché è al primo anno in Italia. E Pogba al primo anno di Juve non era bravo come oggi. Ma Kondogbia ha le potenzialità per diventare un grande calciatore".

È vero che Pogba ha rischiato di diventare un suo giocatore?
"Vero: quando ero al City, e lui era svincolato dallo United, lo chiesi, ma non se ne fece niente. Il motivo? Non lo so".

Le sue favorite per il titolo?
"Roma, Napoli e la Juve, se si riprenderà in fretta, sono le squadre più attrezzate per vincere lo scudetto".

E l’Inter?
"Il nostro obiettivo è la Champions ma siccome siamo l’Inter non ci precludiamo niente".

Il turnover è un bene o no?
"In una squadra che ha venti giocatori di valore, il turnover è necessario. Soprattutto per una questione fisica, perché i giocatori devono poter recuperare, e poi perché è importante avere sempre tutti sulla corsa e in buona condizione. Ma sul turnover in Italia ci sono strane posizioni. Se un allenatore non cambia e vince, è bravo. Se cambia e vince, è ancora più bravo. Se cambia e non vince è scarso, se non cambia e non vince è un somaro: possibile?".

Come si costruisce una grande squadra?
"Con giocatori universali e forti. Tecnicamente e fisicamente. Ma se mi avessero preso Iniesta l’avrei accolto volentieri...".

 

Sezione: Copertina / Data: Mar 29 settembre 2015 alle 09:42 / Fonte: Il Messaggero
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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