Alla vigilia di Inter-Milan, il Corriere dello Sport gioca un derby economico-finanziario guardando ai conti di Viale della Liberazione e Via Aldo Rossi partendo dalla differenza di valore delle rose delle due squadre, differenza di 222 milioni (secondo quotazioni e dati di Transfermarkt), "97 milioni, invece, è la differenza di costo dei due organici. Solo che la bilancia è ribaltata. La squadra nerazzurra, infatti, vale molto di più, ma è anche costata parecchio meno". L'Inter negli anni "mossa dalla necessità di sistemare i conti, senza contare i cordoni chiusi di Suning, ha dovuto condurre sessioni di mercato a costo zero, se non in attivo. Ciò non ha impedito, però, al trio Marotta-Ausilio-Baccin di costruire squadre altamente competitive, di conquistare trofei e pure di valorizzare i propri asset, ovvero i calciatori" si legge a proposito della partita nerazzurra in contraltare a quella rossonera.

"Sfruttando un bilancio in attivo ormai da 3 anni", nella scorsa estate il Milan non si è risparmiato negli investimenti neppure a fronte della mancata qualificazione in Champions, andando a fare una "vera e propria rivoluzione". Un lavoro di semina per raccogliere più in avanti e ad oggi "siamo ad un +22% -, a differenza dell’Inter, che invece ha un nutrito zoccolo duro e che ha realizzato un clamoroso +141,2%". Nonostante il flop sportivo il Milan è riuscito a restare in alto, ma guardandosi indietro, a tre anni e mezzo dallo scudetto del 2022 va detto che "la sensazione costante è stata quella di ricominciare quasi dopo ogni annata". Inter e Milan con il lavoro fatto negli anni, "sono stati simboli diametralmente opposti: di continuità per la sponda nerazzurra, di cambiamento per quella rossonera".

Nel focus sulla scorsa estate, il CdS scrive: "L'Inter ha abbandonato la strada degli svincolati e l’ultima campagna acquisti è tornata ad essere dispendiosa grazie all’exploit dei ricavi che ha permesso di registrare il primo utile della storia", portando a Chivu giovani di prospettiva, eccezion fatta per Akanji. Filosofia analoga a quella rossonera con Elliott prima e RedBird poi, prima del cambio di rotta di questi ultimi, "avvenuto proprio al termine dell’ultima annata" che ha portato come primo innesto lo svincolato quarantenne Luka Modric e anche l'ultimo, il 30enne Rabiot. I rossoneri al contempo hanno anche alzato "l’asticella del limite per il costo dei cartellini" e ridotto "il margine di incertezza". "Di contro, l’Inter ha imboccato esattamente la prima strada rossonera" e tutti i nuovi innesti "non sono stati pagati non oltre i 25 milioni. C’era margine per un’eccezione, ma tra Lookman e Koné, alla fine, non si è fatto nulla". 

Sezione: Copertina / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 08:30
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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