"Assistere a un calcio da fermo di Roberto Carlos era una esperienza mistica. Lo dico davvero", ha ricordato Massimo Paganin alla Gazzetta dello Sport durante la chiacchierata in occasione del derby di domani. E a proposito di Milan, l'ex nerazzurro dopo aver citato l'ex compagno brasiliano ricorda: "Lui e Maldini sono stati i terzini più forti al mondo, ma il brasiliano era qualcosa che, dal vivo, non avevo mai visto prima. Il suo angolo così tagliato è stato decisivo, ma nei derby sono stato utile anche in difesa...".

C’è un Paganin nella difesa interista di oggi? 
"Purtroppo sono ere imparagonabili. Nel nostro periodo nessuno ci chiedeva di giocare la palla come ora, non eravamo allenati per quello. Forse mi somiglia Acerbi per certe caratteristiche di marcatore ma, se dovessi fare un nome, direi Akanji: è un centrale fisico, sempre presente, dà solidità e tranquillità. Che colpo ha fatto l’Inter con lui!".

Come valuta l’impatto di Cristian Chivu finora? 
"Sono sincero: non pensavo potesse fare subito così bene. Gli mancava un percorso da allenatore, ma ha compensato con personalità enorme, idee chiare e grande onestà: quello che dice ai giocatori è quello che poi dice fuori. Ha rimesso a posto la testa di una squadra che veniva da un complicato finale della stagione precedente. Tatticamente, poi, ha cambiato poco: ha provato il 3-4-2-1 durante il Mondiale per club, poi è tornato al 3-5-2 e la squadra viaggia quasi in automatico. I nuovi stanno pesando: Bonny ed Esposito hanno portato gol, Sucic ha dato equilibrio a centrocampo, Akanji ha completato il reparto difensivo. Diciamo che questa Inter arriva al derby con le giuste certezze".

E quali sono le certezze del Milan di Allegri? 
"Per me nel Milan ci sono due chiari pericoli: Leao e Pulisic davanti, soprattutto il primo. Se il portoghese vive una giornata buona, può cambiare la partita da solo. Il giocatore che ha trasformato la squadra, però, è Rabiot: un centrocampista box-to-box e modernissimo. Con lui Allegri ha dato forma a una squadra che prima non ce l’aveva".

Nell’Inter chi può deciderla? 
"Sarò banale, ma l’Inter di oggi ha il volto di Lautaro. È il simbolo, la bandiera, l’esempio, quello che incarna fame e identità. È oggi quello che nella mia epoca sono stati, tra gli altri, Bergomi, Berti o Zanetti. Penso, comunque, che il derby lo vinci solo quando reggi l’urto emotivo. E non c’è epoca che tenga: ogni volta sarà una storia nuova, ma uguale a prima".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 22 novembre 2025 alle 09:30
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print