La squadra è a Kazan ma si è lasciata alle spalle, in Italia, le polemiche dell’ultimo weekend. Era dai tempi di Mourinho che il clima non si appesantiva a tali livelli e il rapporto Inter-arbitri non raggiungeva picchi così aspri. L’Inter si è chiusa nel silenzio dopo lo strafalcione di Giacomelli, sfogo di Moratti a parte, e pensa a fare bene in Europa League. Ma gli strascichi restano, eccome. Si pensi alla miriade di commenti di esperti o presunti tali, che oltre a condannare la mancata assegnazione del penalty contro il Cagliari (Mauro a parte) hanno espresso pareri più o meno condivisibili sulla reazione di pancia del presidente dell’Inter e sulla bontà o meno delle lamentele nerazzurre. Lamentele che molti sapientoni di parte hanno definito piagnistei ingiustificati, per la solita teoria del ‘tutto alla fine si compensa’.

Che dire di questo assioma? Magari non si adegua alle ferree leggi della matematica e qualche dislivello alla fine emerge, ma nel complesso può essere condivisibile. Mi spiego meglio. Prima della partita di Torino allo Juventus Stadium, l’Inter ha registrato errori a proprio vantaggio e a proprio svantaggio. Normale amministrazione, nulla di eclatante o degna di particolari proteste in pubblica piazza. La squadra gioca bene, supera le difficoltà iniziali e infila una serie di vittorie da urlo, ben nove. Poi, la tremenda trasferta in casa dei campioni d’Italia, imbattuti da 49 partite e mai k.o. nel loro impianto. Con un successo, per quanto improbabile (quote dei bookmaker alla mano), i nerazzurri avvicinerebbero la vetta a un misero punticino, riaprendo un campionato già assegnato dagli esperti allo strapotere bianconero, tra l’altro rafforzato da qualche scivolone arbitrale (Catania su tutti).

Un rischio troppo elevato perché ciò accada, ed ecco il capolavoro di Tagliavento-Preti che fa di tutto per ricacciare l’Inter a -7, rispettando un copione già scritto. Ma il progetto fallisce miseramente sotto i colpi di Milito e Palacio: Juventus-Inter 1-3 e milanesi a -1 dai bianconeri. Tragedia! E adesso, che si fa? Facile: rigore dubbio all’Atalanta (nuovamente -4) e rigore solare negato al 91’ contro il Cagliari (mancato -2). Ergo, tre partite falsate palesemente dai rispettivi direttori arbitrali, con un tempismo perfetto. In pratica, la morale della favola è una: fino a quando l’Inter non attenta alla supremazia della Juventus, non merita particolari ‘attenzioni’. Però se fa il passo più lungo della gamba, meglio spezzargliela prima che inizi a correre. Vedrete che se la squadra di Stramaccioni perderà colpi e si allontanerà dalla capolista, otterrà persino qualche favore arbitrale così, quando si lamenterà, ‘loro’ (in linea con il ‘voi dell’Inter’ di Giacomelli) potranno risponderle con la favola del ‘tutto si compensa’.

Dietrologia? Può darsi, ma chi ha tempo da perdere rifletta su questa constatazione e sul tempismo delle sviste anti-Inter. E magari torni alla mente al gennaio 2010, Inter-Milan, arbitro Rocchi: rossoneri lanciati alla rincorsa della capolista nerazzurra e messi al tappeto nonostante gli inutili tentativi del direttore di gara di consegnare in mano a Leonardo quel derby. Vi ricorda una situazione analoga? La tentazione di pensar male è davvero forte forte forte...

 

P.S. – Onore alla Juventus che ha stracciato il Chelsea. Nulla da eccepire. Squadra fortissima, non avrebbe bisogno di questi aiutini per rimanere in alto. Un po’ come ai tempi della Triade, giusto?

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 21 novembre 2012 alle 17:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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