Se c'è un periodo dell'anno che considero stressante, quello è senza dubbio l'estate. Non tanto per il caldo asfissiante, bensì per quel continuo pressing delle persone a me vicine, che chiedono insistentemente di organizzare una vacanza. Da persona molto pigra, quale sono, mi riduco spesso e volentieri a non avere alcuna idea su dove andare e soprattutto come farlo (ci arrivo il più delle volte con un budget misero). E così, mi trovo a visitare improbabili siti turistici, alla ricerca dell'occasione più conveniente. Questa mia pigrizia - non sempre - ha portato a vacanze particolarmente (in)dimenticabili, scatenando inevitabilmente le violenti imprecazioni dei miei malcapitati compagni di viaggio.

Insomma, tanti giri di parole (non entro nei dettagli) per dire che il last minute non sempre è un'occasione. Il mercato dell'Inter, purtroppo (o per fortuna, chissà)  ricorda per certi versi un viaggio last minute. Si cerca l'occasione migliore e al tempo stesso si bada al risparmio: il tempo è poco, mancano circa due settimane al gong finale del 31 agosto, e andrebbero definite almeno 5 operazioni (tra mercato in entrata e in uscita). Non credo che la causa scatenante sia stata la pigrizia o l'indecisione dei dirigenti: il momento economico in Italia non è un mistero per nessuno, ma soltanto una triste realtà. Fatto sta che si è perso troppo tempo su obiettivi impossibili, forse mai davvero alla portata delle casse nerazzurre.

Stavolta poi il pressing non è dei miei amici, ma di Stramaccioni e di tutti quei tifosi che vorrebbero vedere l'Inter nelle posizioni che le competono. Ai nostri uomini di mercato consiglio di non agire con il mio stesso metodo: quantità non sempre è sinonimo di qualità. Basti pensare all'errore di valutazione fatto a gennaio con Palombo: ceduto Motta, si è pensato di puntare immediatamente sul blucerchiato (Guarìn sarebbe rientrato per la fine del campionato). Prezzo basso, esperienza, e passato tutto sommato rispettabile. Eppure l'apporto dato dall'ex centrocampista della Nazionale è stato minimo: sia chiaro, il momento era difficile per tutti, ma il contributo di Palombo è stato ininfluente (eppure avrebbe dovuto non far rimpiangere Motta).

Tutto sommato, anche un last minute può trasformarsi in un'occasione. I rischi però sono maggiori: non sempre la fretta passa inosservata, e c'è meno tempo per valutare. Adesso o mai più, spesso capita nel mercato. Attenzione ai giocatori infortunati, o a quelli che hanno avuto per un bel po' di tempo una continuità di rendimento inferiore alle aspettative. Contano tantissimo le motivazioni e bisogna fare attenzione a non cadere nei ricatti economici di giocatori strapagati o di botteghe eccessivamente care. Le occasioni ci sono, ma bisogna saperle cogliere nei tempi e nei modi giusti. D'altronde quando le imprecazioni provengono da un target di persone così ampio, è sempre più difficile giustificare degli errori: tra amici ci si ride anche su, ma un last minute sgarrato a certi livelli può rivelarsi devastante.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 15 agosto 2012 alle 20:15
Autore: Mario Garau
vedi letture
Print