"Salve sono un tifoso e abbonato interista, tifoso dalla nascita e abbonato in Curva da molti anni, scrivo questa lettera perché mi sembra strano che nessuno dica niente sull’arrivo probabile di Conte E’ chiaro che in questi anni di cose strane se ne siano viste… e in questa stagione anche e parecchie. sono passati personaggi discutibili, improbabili, abbiamo visto belle partite e tante cose non all’altezza, abbiamo accolto giocatori che si sono persi e tanti che non hanno mai espresso quello per cui erano stati presi, ci sono stati errori dirigenziali, di società e problemi finanziari oltre che, naturalmente, restrizioni da parte della Uefa che per anni ci ha impedito di fare un mercato ricco e talvolta neppure funzionale. Qualcuno dice che l’ambiente Inter sia complesso, forse sì, ma probabilmente è il bello dell’Internazionale, ma è un ambiente tendenzialmente sano, che vive sul rispetto delle tradizioni e della Maglia. Ma torniamo a quello che piu’ mi preme e per cui ho scritto questa lettera. Sono tifoso nerazzurro e quindi fieramente contro tutto il sistema che per anni (sperando sia finito) ha guidato le decisioni del Mondo Calcio, prendendo in giro milioni di tifosi e appassionati. Sono interista e, quindi, non posso che essere antijuventino con un sentimento di disprezzo per una società che ostenta trofei non vinti se non con la truffa più volta dimostrata nelle sedi giuridiche competenti. E ora che succede? la nostra dirigenza che, pur non avendo dna interista di nascita (…), pareva avesse capito certe cose e certi valori che abbiamo a cuore, sta dando credito all’ennesima strategia per cercare di vincere in fretta calpestando i principi su cui si fonda l’Inter e l’Interismo. Come abbiamo detto tante volte c’è un principio di fondo da tenere sempre in mente, giocatori, allenatori e dirigenti passano, la Maglia e quello che rappresenta no. Vi ricorda qualcosa questo… “la serie A è nel nostro dna, io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato”. La cantiamo tutti prima delle partite allo Stadio, o sbaglio? Si parla ormai insistentemente dell’arrivo di Conte e questo lascia sgomento. Si parla di contrattazioni tra Inter e Juve per scambi giocatori, altro fango. Abbiamo ancora negli occhi le imprese di Liverpool e Tottenham che, senza i loro fuoriclasse, hanno ribaltato partite apparentemente già scritte e hanno dimostrato (e poco prima la stessa Ajax) che il calcio è una questione di cuore, di motivazione, di bandiera. Ora noi calpestiamo la nostra bandiera e il nostro Credo per venderci al primo allenatore con un dna nemico e un passato torbido tra processi per calcioscommesse e questioni mai chiare nell’ambito del doping con tanti saluti al medico Agricola. Mi stupisce che nessuno dica nulla. Mi stupisce che ci si venda per la possibilità, tutt’altro che certa, di vincere qualcosa nelle mani di quello che abbiamo sempre fortemente rifiutato. Personalmente credo non rinnovero’ il mio abbonamento dopo oltre 10 anni di abbonamento se arrivasse Conte e spero che altri, come me, si sentano offesi dal suo arrivo. Non voglio un allenatore che è stato bandiera della squadra che disprezziamo. Non voglio un allenatore che è storicamente nel torbido del calcio tra situazioni giudiziarie sul calcioscommesse e sulla questione doping. Non voglio un Lippi bis. Voglio essere fiero della Maglia dell’Internazionale. #ConteNonRinnovo Conte è … entrato nel registro degli indagati con l’accusa di frode sportiva nell’ambito del Calcioscommesse quando era allenatore del Siena stato squalificato per 10 mesi per omessa denuncia di frode dalla Commissione Disciplinare della FIGC nell'ambito del processo calcioscommesse ex calciatore della Juventus nel periodo in cui la squadra veniva sottoposta alla “cura Agricola”, doping ex allenatore della Juventus Siamo l’Inter non siamo la Juventus e questo è una grande questione di orgoglio non vogliamo juventini e tantomeno chi ha partecipato attivamente ad uno dei periodi piu’ bui della storia calcistica italiana se arriva Conte io non rinnovo #ConteNonRinnovo".
Jacopo
"Tre punti incassati con il Chievo Verona, terzo posto riacciuffato e più quattro sulla zona Champions... non sarà come l'anno del triplete ma questo passa il convento e, almeno per ora, bisogna accontentarsi. A differenza del primo confronto giocatosi a Milano nel 2001, che arrise al Chievo Verona dei miracoli griffato Del Neri, ad avere la meglio, in una serata nella quale il pubblico ha risposto come sempre in gran numero, è stata l'Inter con Politano e Perisic a scardinare le resistenze dei clivensi da qualche domenica in B. Nel dopo gara Spalletti, dopo aver analizzato la partita, ha voluto esprimere la sua insoddisfazione (volendo usare un eufemismo) per i tanti rumors che circolano intorno alla panchina che verrà. Al tecnico toscano era stato chiesto di far ritornare l'Inter in Champions e così, a meno di improbabili scivoloni, dovrebbe essere. Quindi missione, quasi, compiuta. Certo in Europa si poteva fare sicuramente meglio come anche in Coppa Italia ma, obiettivamente, andare oltre il terzo posto, in un campionato ancora una volta dominato dalla Torino bianconera cucitasi sul petto l'ennesimo tricolore, era impossibile. Diciamo che rispetto allo scorso anno (nonostante l'incostante Perisic e i capricci di Icardi e consorte) qualche piccolo passo in avanti si è fatto. Per andare oltre servirà, però, la scaltrezza di Marotta che dovrà decidere, in primis, se continuare o meno con Spalletti o virare su Conte o Mourinho tanto per fare due tra i nomi più gettonati che circolano ormai da mesi... allenatori che, a differenza di Spalletti (il quale, pur avendo le sue colpe alla pari comunque dei calciatori, non va comunque messo in croce...) hanno il pedigree necessario per far tornare a vincere l'Inter ormai da troppi anni senza "tituli".
Francesco
"Mi chiedo come si faccia ad affrontare le sfide decisive del campionato, le ultime tre, fondamentali per entrare in champion, delegittimando sistematicamente allenatore e squadra. Non mi meraviglierei che il risultato delle ultime partite fosse negativo, visto che con certezza arriva Conte e che metà squadra è data per partente... immagino le motivazioni forti che avranno una volta entrati in campo... politica dirigenziale assurda. Speriamo di giocarci la Uefa l'anno prossimo!".
Claudio
"Gentile Redazione, fa davvero specie scoprire come nei nomi di tanti sportivi si celino spesso degli anagrammi che - a seconda dei casi - possono confermarne certe prerogative psico-fisiche (è il caso dell’ex ciclista Damiano Cunego, da cui si ricava AUDACE GNOMINO); o addirittura rivelarne una sospetta “diversità” di genere (come per la discussa mezzofondista sudafricana Caster Semenya che, anagrammata, diventa: YES, A SECRET MAN); od ancora smascherarne delle precise predisposizioni professionali (come nel caso del centravanti colombiano Radamel FALCAO Garcia - la 4a parte della sua identità, Zarate, viene omessa perché agli appassionati nerazzurri evoca solo brutti ricordi... - da cui il sottoscritto è riuscito ad estrapolare un significativo: A ME, FAR GOL, DA’ LA CARICA). Ebbene, alla luce della valenza di quest’ultimo anagramma e soprattutto dell’esigenza della società nerazzurra di acquistare nel prossimo mercato - tra gli altri - anche un centravanti di scorta che possa coprire le spalle a Lautaro Martinez e/o Icardi (o chi per lui), occorre subito mettere al bando la narrazione di certi onanisti da tastiera che argomentano di Falcao in termini di "giocatore finito" o ".... era fortissimo". Non c’è etichetta più fuori dalla realtà di quella appiccicata al delantero sudamericano. Basterebbe infatti che certi webeti lo fossero un po’ meno, documentandosi meglio prima di digitare simili corbellerie pallonare. I 2 gravi infortuni patiti in carriera da Radamel (datati gennaio 2014 e novembre 2015) sono infatti superati da tempo, visto che l’attaccante è tornato disponibile al Monaco già da 3 anni (aprile 2016). Prova ne sia il suo score recente nella Ligue 1 francese (dove giocano i vari Neymar, Mbappé e Cavani, mica pizza e fichi.....) e nelle coppe: 30 reti in 43 presenze complessive nella stagione 2016-17; 24 gol in 36 presenze nella successiva e 15 reti in 37 presenze nella stagione in corso (agg. all’11/5) nella quale i monegaschi sono, oltretutto, a rischio play out. Quanto alla veneranda età di Falcao (33 anni), beh, mi permetto di ricordare agli smemorati - a mo’ di esempio - le primavere di Pirlo e CR7 allorquando arrivarono alla j**e: rispettivamente 32 e 33. In quest’ultimo caso la stessa attuale età del nuovo Godin che, però, a differenza dell’eventuale Radamel, farà il titolare nella nuova difesa a 3 nerazzurra. Nell’ipotesi ormai molto probabile che dovesse arrivare Conte con in dote i suoi 2 moduli abituali: il 3-5-2 o il 3-4-2-1. In conclusione, un giocatore con un’identità del genere, in rosa, io lo vorrei sempre, anche se per la panchina. Altro che il coetaneo Dzeko! E poi gli appassionati nerazzurri sarebbero pure "creditori" col destino di un certo Falcao: pazienza se questo è colombiano anziché brasiliano, di nome fa Radamel Garcia e non Paulo Roberto ed il suo arrivo si materializzerebbe con un ritardo di ben 36 anni. Gli interisti se ne farebbero una ragione. Forse, da lassù, pure quella buonanima dell’ex presidente nerazzurro Fraizzoli...".
Orlando
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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