Lunga chiacchierata ai microfoni della Gazzetta dello Sport di Beppe Severgnini, nonno felice e interista. E a proposito di tradizioni da tramandare, il noto giornalista svela il suo attuale progetto: far diventare la nipotina Agata una vera nerazzurra. Riavvolto il nastro dei ricordi, il saggista di Crema, racconta il suo legame con la Beneamata, dalla scelta sin da piccolo, alla prima volta a San Siro, passando per la prima finale persa col Celtic, poi quella contro l'Ajax nel 1972 che però Severgnini non può non appuntare un paragone che porta a quella brutta disfatta di un paio di mesi fa: "Ci sono partite, come quella che ho visto a Monaco poche settimane fa, in cui gli avversari sono così forti che non puoi, se ami il calcio, non accettare la differenza. Se giochi contro Cruijff e lui vince devi solo applaudire. In quel caso l’Inter almeno ci aveva provato, con il Psg mica tanto".

Come è stata la delusione di Monaco? 
"Ero allo stadio. Bastava guardare la gioia dei giocatori del Psg durante la preparazione e le facce di quelli dell’Inter per capire che sarebbe stata una giornata difficile. Certo, non immaginavo così difficile… Ero anche a Madrid, nel 2010, l’anno del Triplete, e non avevo dubbi che avremmo vinto. Invece non ero presente a Istanbul con il City".

Ma alla fine la scorsa stagione è stata positiva perché l’Inter si è giocata tutti i trofei o negativa perché non ha vinto nulla?
"Non userei nessuno di questi due aggettivi. È stato un anno istruttivo se mai vorremmo imparare qualcosa. Dico però che sono rimasto deluso da Inzaghi: credo che se tu porti i soldati nella battaglia decisiva e quelli hanno capito che il loro generale ha già pronta la nuova bandiera, beh, i soldati combattono in un altro modo. E a Inzaghi ricordo, se mai leggerà questa intervista, che i tifosi sono come i bambini: non bisogna mai deluderli, perché i bambini non dimenticano e i tifosi neanche".

Adesso nella famiglia Severgnini c’è una nuova bambina, Agata.
"Ha poco più di tre anni, è la figlia di mio figlio Antonio, che è un grande tifoso. Una delle cose che amo dell’Inter è che è una passione che ho potuto condividere con lui. Agata era già con il cappellino nerazzurro pochi giorni dopo essere nata. Cresce bene, sa cantare 'Per la gente che…'" nonostante la mamma milanista".

C’è un giocatore interista che è stato una sorpresa dopo averlo conosciuto?
"Ivan Cordoba. Uno che in campo sembrava una belva e invece fuori è dolce, corretto e affidabile".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 19 luglio 2025 alle 12:07
Autore: Egle Patanè
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