"Parliamo tutti di campionato equilibrato, ma non si vedono mai rispettate le condizioni base dell’equilibrio: che tutte le squadre coinvolte giochino allo stesso orario. Non è un fattore decisivo, ma è un fattore". La polemica del giorno è di Mario Sconcerti, che va all'attacco sul Corriere della Sera. "Il Milan per la seconda volta dovrà giocare sotto l’obbligo di vincere, cioè un giudizio preventivo a posteriori, una contraddizione in termini - si legge -. Non si perdono forse campionati per questo, ma il dovere è dare a tutti le stesse regole e le stesse possibilità, di orario, di meteo, di coscienza del risultato. Quando si parla di Orsato e la sua non espulsione di Pjanic, si parla di una partita differita che ebbe importanza perché anticipava quella del Napoli. Non è un eccesso d’importanza, ha le sue conseguenze. E nel finale di un campionati alla pari è corretto inseguire i dettagli. Non c’è nessuna ragione per differire le partite, nemmeno quella tanto lamentata delle esigenze televisive. Non ci sarebbe spettacolo più seguito di tre partite scudetto giocate nello stesso momento. Sarebbe per 6 giornate uno spot spettacolare del calcio italiano. Anche all’estero. Oggi invece si deve parlare dell’Inter senza sapere il risultato di Napoli e Milan".

"Che senso ha? Lo spettacolo non è mai una partita, è l’evento - affonda Sconcerti -. Sky, Dazn, ormai vendono un evento non una singola partita. L’evento è una costruzione, non nasce naturale come un’unica partita. Questa che subiamo è una soluzione insapiente. Che alla fine metterà qualcuno in vantaggio su qualcun altro. Detto questo l’Inter è tornata un’altra squadra, più sicura di sé, più tranquilla dei suoi risultati. Ha capito il momento anche Inzaghi che infatti qualcosa ha cambiato. Per capire Inter-Verona bisogna aspettare questo pomeriggio e il dopo cena. Non ne conosco la logica. Solo una tiepida ingiustizia di fondo che qualcuno dovrebbe finalmente lamentare".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 10 aprile 2022 alle 10:48 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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