Torna a parlare Riccardo Montolivo e lo fa al Corriere dello Sport. Un'intervista amara per l'ormai ex centrocampista, che ha chiuso la sua carriera nell'ombra a 34 anni. "Sono stato condannato a smettere a rentatré - precisa lui -. Ho giocato l’ultima volta a maggio 2018, all’Atleti Azzurri d’Italia, lo stesso stadio in cui avevo esordito sedici anni prima. Due, sette, sette. Due stagioni nell’Atalanta, sette nella Fiorentina e sette nel Milan, anche se l’ultimo anno e mezzo è stato un calvario: messo ai margini, risposte mai date, verità aggirate o negate, strane dimenticanze, trascuratezze. Rancore? No, non provo rancore. Chi ha sbagliato nei miei confronti, chi mi ha mancato di rispetto, e ripetutamente, farà forse i conti con la propria coscienza". 

Del Milan eri il capitano. Poi la fascia passò a Bonucci. 
"Non fui io a consegnargliela. Mi dissero che Yonghong Li aveva deciso che la fascia sarebbe passata a uno dei nuovi. Quando me lo comunicarono spiegai che lo trovavo ingiusto, che stavano commettendo un grosso errore poiché nello spogliatoio ci sono delle gerarchie che dovrebbero essere sempre rispettate. Feci i nomi di Bonaventura e Romagnoli. Niente, Bonucci". 

Mesi di emraginazione. I compagni di squadra non hanno mai mosso un dito in tua difesa? In fondo eri stato pur sempre il capitano del Milan. 
"Nel calcio di oggi ognuno pensa per sé, queste sono le stagioni della precarietà, degli spazi da conquistare e non mollare. La solidarietà, il senso del gruppo, roba d’altri tempi. E comunque non avrebbero potuto ottenere nulla. Io stesso dopo un primo incontro smisi di inseguire delle parole vuote: mi bastavano i fatti". 

Rapporto difficile col d.s. Mirabelli. Ma non solo.
"Cosa abbia fatto o detto Mirabelli non lo devi chiedere a me, visto che è un contemporaneo. Per quanto riguarda i fischi e l’indifferenza della stampa, è tutto vero: io ero il volto, l’immagine del Milan decadente... Una persona a me vicina mi ha detto che avrei dovuto cogliere e interpretare un segnale molto chiaro". 
 
Quale? 
Sorride. "Il gol che mi fu annullato nel primo derby per un fallo sul portiere commesso da un interista. È anche vero che pochi giorni dopo segnai in Nazionale". 

VIDEO - DELIRIO TRAMONTANA AL GOL DI BARELLA!

Sezione: Rassegna / Data: Mer 13 novembre 2019 alle 11:24 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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