Lunga intervista della Gazzetta dello Sport a Claudio Marchisio, che parla della sua carriera ma anche del presente del calcio italiano.

Chi è stato l’allenatore più importante nella sua vita?
"Deschamps è stato allenatore della Juve in un periodo difficilissimo. In Serie B ha creduto in me, mi ha dato l’opportunità di giocare da titolare. Nello stesso tempo mi trattava veramente come l’ultimo arrivato, come un ragazzino al quale insegnare il rispetto dei ruoli. La sua cultura francese, tosta, mi ha insegnato molto. E poi sicuramente Antonio Conte perché, al di là di quello che mi ha regalato in campo, a me come ad altri ci ha toccato nell’orgoglio. Ci ha detto: “È due anni che arrivate settimi, è due anni che fate schifo. Quindi qua o si pedala o si va via”. Ci ha spinto a metterci alla prova, ad aver voglia di guadagnarci le vittorie. Loro due sono quelli che mi hanno cambiato, tanto".

C’è quest’anno la possibilità che sia l’Inter a vincere lo scudetto?
"La superiorità in campo della Juve la si può leggere dai nomi, dall’esperienza e dal costo dei cartellini di alcuni giocatori. Ma non vuol dire niente, il bello dello sport è proprio che a differenza di altri mondi, c’è sempre l’aspetto emotivo, di gruppo, di squadra. C’è il sacrificio e la voglia di vincere. L’Inter sta facendo questo percorso con un allenatore molto preparato, capace di integrare bene i nuovi in un contesto in cui si stava sgretolando tutto quanto. È riuscito ad amalgamare bene un gruppo che in realtà, a parte due o tre giocatori, è lo stesso degli ultimi anni. È lì che si capisce quando un leader riesce a cambiare un gruppo"..

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 18 dicembre 2019 alle 10:40 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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