"L’ipotesi di un tripletino tutto italiano non è campata in aria ma, vista la nuova anima europea e il gioco sempre più offensivo, perché non tentare l’azzardo negli ottavi di Champions League? Perché non pensare di poter fermare pure i diavoli di Liverpool?". Se lo chiede la Gazzetta dello Sport, che sottolinea l'identità internazionale dei campioni d'Italia sotto la gestione Inzaghi.

Per ora, in campionato, questa Inter ha 3 punti in più rispetto a quella di Conte che proprio in questo periodo operava la strappo decisivo per il tricolore. Senza Lukaku, Inzaghi ha distribuito i gol: Dzeko, nonostante la flessione nell’ultimo mese, è ancora l’irrinunciabile compasso per allargare le difese, mentre Lautaro è già a quota 11 e Sanchez ha messo la zampa nella serata più importante, in Supercoppa. Senza scordare Correa, il meno incisivo dei nuovi, che però stasera prepara la ripartenza da titolare in Coppa Italia. Ma è un'Inter moderna, che attacca a pieno organico e difende di squadra. "Simone Inzaghi gioca il suo calcio fluido, contemporaneo, in cui si occupa una posizione e non più un ruolo e si usano i difensori per traghettare la palla davanti. Per questo ormai ci sono tanti Bastoni dentro a un solo Bastoni: il centrale difensivo è anche mezzala, esterno, perfino trequartista. Continuando così, un giorno sbucherà pure dietro a Dzeko e Lautaro. Il tutto senza che la squadra abbia minimamente perso la fisicità di epoca contiana: non a caso i nerazzurri sono cresciuti pure nel numero, già altissimo, di gol di testa, saliti da 10 a 13. In generale, con questa nuova voglia di comandare il gioco, è lievitato pure il possesso palla: siamo al 56,7% contro il 54,2% della scorsa stagione", i numeri snocciolati dalla rosea.
Sezione: Rassegna / Data: Mer 19 gennaio 2022 alle 10:34
Autore: Alessandro Cavasinni
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