La Gazzetta dello Sport vede un'Inter positiva e avanti sia sotto il profilo tattico che atletico. Ma non mancano i punti interrogativi e i nodi ancora da sciogliere.

Le gambe volano - Grazie a carichi di lavoro mirati e meno pesanti rispetto alla scorsa stagione, pensati a prescindere dal playoff di Europa League (21 e 28 agosto), l’Inter corre tanto e bene. Anche perché in America i giocatori hanno corso davvero insieme: la squadra ora fa gruppo pure fuori dal campo e che poi in campo tutti si aiutano e incoraggiano. Le basi della casa insomma sono già buone, come testimonia la solidità difensiva, ben diversa rispetto alla Guinness Cup dell’anno scorso: appena un gol subito nei 270 minuti giocati contro Real Madrid, Manchester United e poi Roma. 

Cosa non va - Per una difesa bunker, c’è una fase offensiva che ancora non ha prodotto per quanto auspicato da Mazzarri. Le tre reti made in Usa sono arrivate da due difensori (Vidic e Nagatomo) e su un rigore, realizzato da Icardi, procurato dal serbo. Ma di fatto - e non è una giustificazione da poco - finora alla squadra sono mancate la fantasia di Hernanes, Alvarez e Kovacic e un certo Palacio, che nelle ultime due stagioni ha realizzato 41 gol. Senza dimenticare che solo oggi arriva Osvaldo, a completare un reparto offensivo che Mazzarri deve ancora vedere all’opera. 

Vidic leader - Tutti i nuovi hanno convinto: nella gara giocata da titolare (contro la Roma) anche M’Vila, che pure è ancora lontano da una forma accettabile. Dodò è la grande sorpresa e forse, dopo la gara di sabato, alla Roma qualcuno comincia ad avere dubbi sull’opportunità della cessione, e Vidic una piacevole conferma. Leader silenzioso, che guida la difesa e sa anche fare gol, il suo peso specifico si misura nella fame e nell’umiltà con cui - malgrado abbia vinto tutto e gli altri poco o nulla - si è calato nella nuova realtà. Per i compagni è impossibile non andargli dietro. 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 04 agosto 2014 alle 10:07 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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