Senza filtri, come sempre, Giovanni Galeone al Corriere dello Sport sferra un duro attacco al calcio italiano. "Fenomeni in giro non ne vedo - dice l'ex tecnico -. Verratti dopo un paio di anni a Pescara era il nuovo Pirlo, no? Gioca in Francia dal 2012. Secondo lei è migliorato? Secondo me no. Si accontentano dei soldi, non pensano a migliorarsi. Gli stessi Chiesa e Insigne se dovessero andare all’estero sarebbero normali, uguali a tanti altri. Da noi bastano due partite per battezzare uno fenomeno. Si ricorda Juve-Barcellona di due anni fa?".

Aprile 2017, 3-0, Dybala - me lo conceda - fa il fenomeno. 
"Sì, ma lo fa solo per quella partita lì. E in tivù io sentivo gente che diceva: è il nuovo Messi. Dovevo tenermi dal ridere. Dybala nuovo Messi? Ma scherziamo?". 

Perché questa generazione di calciatori è così povera di qualità? 
"Perché i ragazzi non giocano più per strada. Hanno perso leggerezza e spontaneità. Tutti uguali, tutti robottini. E quando crescono trovano allenatori che gli riempiono la testa di 4-2-3-1 e di 4-3-3, questi sono i grandi alibi di chi ha pochi contenuti". 

Chi l’ha delusa di più tra i giovani di questi anni? 
"Zaniolo. Si è perso dietro alle sciocchezze. E dire che quando l’ho visto giocare per la prima volta ho pensato: questo diventa forte davvero. Un altro è Bernardeschi. Quello visto alla Fiorentina era un ragazzo di grande talento, da allora non mi sembra cresciuto".

Non c’è nessuno su cui vale la pena puntare? 
"Faccio fatica a trovare nomi buoni in prospettiva internazionale. I due giovani dell’Inter, Barella e Sensi in Italia possono fare bene, ma voglio vederli in Europa. Mi sembra talentuoso il ragazzo del Brescia, Tonali, ma bisogna avere pazienza, dargli il tempo di crescere e di sbagliare. E per favore, non cominciamo a dire: ecco il nuovo Pirlo". 

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 01 agosto 2019 alle 10:17 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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