La riforma delle coppe europee non va giù ad Alberto Colombo, vice segretario dell'European Leagues, l'associazione che rappresenta 36 leghe di 29 Paesi. Colombo, alla Gazzetta dello Sport, parla chiaro: "Dalle mie parti, se davvero si fosse voluto iniziare un processo di consultazione aperto e trasparente, ci si sarebbe presentati con un foglio bianco, da riempire insieme. Non con una bozza già dettagliata - attacca -. La Uefa ci ha presentato un piano preciso, non un'idea approssimativa. E ora, di fronte alla nostra reazione, che probabilmente non si aspettava, parla di inutili allarmismi. La realtà è un’altra: non è una riforma, ma la creazione di una nuova competizione". E, in effetti, l'8 maggio scorso è stato presentato a Nyon un progetto che prevede tre coppe e non più due. 

"Quando leggo rappresentanti dell’Uefa parlare di “partecipazioni regolate dai piazzamenti nei campionati” e di tutela del “merito sportivo”, mi domando dove sia in questa riforma - puntualizza Colombo -. Forse ci si riferisce solo alla prima stagione di attuazione, quando l’accesso sarà regolato dai criteri attuali. Ma il problema scatterà dall’edizione successiva: chi è entrato, non ne uscirà praticamente più. Per fare un esempio pratico, oggi il Milan resterebbe fuori. Perciò per la stagione 2023-24 assisteremo ad una corsa all’acquisto di grandi giocatori con ingaggi super, anche da chi non potrebbe permetterselo". Il rischio è quello di creare un'oligarchia cristallizzata, ben più di quanto non accada già oggi.

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 23 maggio 2019 alle 10:40 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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