Anche il Corriere dello Sport tocca il discorso dell'insoddisfazione in casa Inter, focalizzando l'attenzione su Erick Thohir. "Un gentile signore di Giacarta, che ha speso 250 milioni per prendersi l’Inter, non può ridursi ad alzare il telefono dall’Indonesia e lamentarsi degli arbitri come fosse Mazzarri. Proprio la crisi tecnica della squadra, a diciotto punti dalla Juve, a otto dalla Champions, fuori dalla Coppa Italia agli ottavi come non accadeva da dieci anni, offre a Erick Thohir su un piatto d’alluminio (non è tempo d’argento) l’occasione storica di diventare davvero il padrone dell’Inter, ora che sono lontani i giorni del the ai giornalisti. L’Inter è nel mezzo di un passaggio epocale: non ci sono più le parole di Moratti, i senatori sono al tramonto e una nuova generazione non c’è. L’allenatore, ottimo professionista, grande conoscitore di calcio ma lasciato solo, sta scivolando sempre più lungo quella pericolosa china dell’alibi che porta alla paralisi. Certo, i rigori. Però Mazzarri da tempo analizza le partite con fastidio, come se servisse un vino mediocre ad amici noiosi. E’ arrivato al punto di giustificare gli impacci di Udine con l’incognita degli esperimenti, quando in campo aveva gente di quarant’anni (Zanetti), e una minisquadra di ultratrentenni (Samuel, Campagnaro, Mudingayi) a cui ha aggiunto il giovane Milito. Scaricare, ogni volta, le responsabilità vuol dire ammettere la propria impotenza, messaggio pericoloso per la squadra e per la proprietà, anche se sta dall’altra parte del mondo. Proprio in assenza di un personaggio carismatico alla Mourinho, la figura di Thohir diventa decisiva. Processarlo a gennaio sarebbe ingeneroso perché nella finestra invernale è difficile fare grandi colpi, ma, attenzione, è l’anno che porta ai Mondiali, molti calciatori sono pronti a tutto pur di giocare e qualcosa succederà. E’ comprensibile, però, che Thohir aspetti giugno per investire seriamente in un progetto nuovo, che forse - sarebbe un suo diritto - preveda un tecnico non scelto dal suo predecessore, ma lanci un segnale, non resti una gentile lontananza, sia presente, sia lui finalmente l’Inter, se non con un formidabile colpo di mercato (anche se augurabile), neanche con un colpo di telefono".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 11 gennaio 2014 alle 12:10 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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