Lunga intervista alla Gazzetta dello Sport di Gianlugi Buffon nel giorno del suo 44esimo compleanno.

La Juve è in crisi o rinasce?

«Ha passato un momento di disorientamento, ora sembra sulla strada giusta. Vlahovic è l’acquisto più bello, grande, sorprendente: con Haaland e Mbappé, è il miglior giovane al mondo. Ha qualcosa di diverso, la presenza scenica dei grandi 9. E poi è un’evoluzione: ai miei tempi, non esistevano i giocatori di 1.90 con quel dinamismo».

Domanda obbligatoria: Dybala. Mettendosi nei panni suoi e della Juve, che fare?

«Se Paulo decidesse di rimanere, farebbe una gran cosa. Io lo farei anche rinunciando a qualcosa economicamente, ma solo se mi sentissi apprezzato. Se fossi la Juve... mi stuzzicherebbe la suggestione Dybala-Vlahovic».

Balotelli, Joao Pedro, Fagioli. Convocazioni giuste?

«Il discorso su Mario può diventare pruriginoso. Diciamo che bisogna avere fiducia in Mancini. E poi chiamare Balotelli ha una logica. Non so se sia giusto o sbagliato, ma ha una logica. Su Joao Pedro, molto per me dipende da quanto uno sia integrato. Camoranesi, ad esempio, era uno di noi al 100%. Quanto a Fagioli sì, ha qualcosa di speciale. Come Verratti, Donnarumma... e non mi vengono altri nomi. Anzi, il tiro di Scamacca è speciale: non ne vedevo uno così da Balotelli».

La scritta “Boia chi molla” sulla maglia, le scommesse, gli investimenti sbagliati. Quale l’errore più grande in 44 anni?

«“Boia chi molla” è stato un errore, con la consapevolezza di oggi. Io però ne ignoravo il significato, come per il numero 88. Quando si fanno investimenti, invece, ci sta che qualcuno possa andar male, e nel mio caso si è ammalata la persona che gestiva un’azienda. In Italia poi ci si sofferma sugli errori, per felicità da disgrazia altrui, ma io ho pagato tutto con la mia faccia: morirò con la felicità di essermi speso e aver vissuto. Ah, le scommesse sono l’attacco più vergognoso».

In che senso?

«Mi dà fastidio sia stata messa in dubbio la mia correttezza sportiva. Se ho scommesso – e mai sulle partite – è stato perché chi vive la nostra vita deve trovare una trasgressione. Io non vado in discoteca, non ho mai fatto uso di droghe, ho sempre avuto solo una donna. Scommettevo, ma quelli sono fatti miei. E da lì a vendere partite, al riciclaggio, ad altre cose losche... ce ne passa».
Sezione: Rassegna / Data: Ven 28 gennaio 2022 alle 10:48
Autore: Alessandro Cavasinni
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