Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, Umberto Zapelloni, vicedirettore del quotidiano rosa, fa un ripasso a tutti sulla figura di Giacinto Facchetti, il quale, con toni garbati ed educati, cercava di ripulire un mondo marcio: “Le sue intenzioni, umanamente, non sono da condannare. Basta leggere le sue intercettazioni e magari riascoltarne l’audio per capire, anche dal suo tono di voce, che ciò che chiedeva era ben diverso da quello richiesto da Moggi. Ripassatevi anche le cose non certo gentili che Bergamo e della Fazi dicevano. Giacinto era vittima non carnefice”.

Basta questo stralcio di editoriale per capire che il Cipe voleva giustizia e parità, in un mondo totalmente sbilanciato e proteso verso l’illegalità. Giacinto poteva solo essere ‘colpevole’ del fatto di essere diverso, di essere un uomo onesto, retto e senza nulla da nascondere.

Sezione: News / Data: Mer 06 luglio 2011 alle 10:50 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
vedi letture
Print