Simone Tiribocchi ricorda, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, quando rifiutò l'Inter. Un racconto non senza rimpianti... 

Lei si è sempre definito “timido, introverso”, come mai?
"Sono stato un cinghialone silenzioso. Debuttai in A col Torino A il 9 settembre 2001, contro il Brescia di Baggio: non ebbi il coraggio di andargli a chiedere la maglia. Fino ai 26-27 anni sono stato così. Gli esami mi mettevano ansia, stress. Per questo rifiutai l’Inter a gennaio 2006".

E infatti disse: «Sono stato un coglione». Conferma?
"Sì. All’Inter serviva una punta per la Coppa Italia. Un paio erano in Coppa d’Africa, altri erano infortunati. Ho avuto paura. E Moratti stravedeva per me. A Campedelli e Percassi diceva: “Voi ne avete uno forte: Tiribocchi”. Stesso discorso per il figlio di Galliani. Dopo un Milan-Atalanta a San Siro il magazziniere mi fermò: “Il direttore vuole la tua maglia”. “Chi?”. “Galliani”. Me l’ha ricordato a Monza".

Si sente un calciatore "del popolo"?
"Mi ci rivedo. Mi dicono ancora: “Oggi avresti segnato 30 gol, saresti andato in Nazionale e così via”. Non so. Sono sempre stato poco mediatico".

Sezione: News / Data: Mar 16 dicembre 2025 alle 15:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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