Lunga intervista della Gazzetta dello Sport ad Aldo Serena, ex centravanti dell'Inter dei Record. Serena parla principalmente dei momenti salienti della sua carriera.

Dall’Inter alla Juve, nell’estate 1985. Una trattativa lunga, segnata da un evento musicale.
"Ero al Torino in prestito dall’Inter e sembrava che dovessi restare in granata. La Juve però mi voleva e all’Inter interessava Tardelli. Mi chiama Ernesto Pellegrini, il presidente dell’Inter: “Serena, le devo parlare, venga da me la sera del 21 giugno”. E io: “Presidente, la sera del 21 non posso, facciamo un altro giorno, la prego”. E lui: “No, ho l’agenda piena, ho un buco soltanto lì. Perché non può?”. Ancora io: “Perché ho i biglietti per il concerto di Bruce Springsteen a San Siro”. Pellegrini mi dice di andare lo stesso a casa sua, verso mezzanotte, tanto lui abita vicino allo stadio. Così esco prima e mi dirigo a casa Pellegrini. Parcheggiata la macchina, mentre mi cambio i vestiti perché sono sudato, da un cespuglio spuntano due giornalisti, Franco Ordine e Fabio Monti. Salgo e Pellegrini mi annuncia la cessione alla Juve. Scendo e vengo torchiato dai due cronisti".

Italia 90 è stata la grande porta girevole della sua carriera: il gol contro l’Uruguay, il rigore sbagliato contro l’Argentina in semifinale.
"Mai stato un rigorista. Finiti i supplementari, a Napoli, mi butto per terra e spero che non mi tocchi. Poi Vicini, il ct, mi punta: “Aldo, mancano due tiratori. Te la senti?”. Risposta: “Mister, faccia un altro giro e nel caso ritorni da me”. Vicini si ripresenta, io gli dico di sì ed entro in trance. Mi alzo e sento le gambe dure, di marmo. Provo a respirare lungo, ma niente. Quando mi incammino verso il dischetto, la porta diventa sempre più piccola e il portiere (Goycochea, un para-rigori, ndr) sempre più grande. Sono ai limiti dell’attacco di panico, ho paura di angolare troppo il tiro e non lo angolo abbastanza, il portiere para. Buio totale".

All’Inter, nella Milano da bere anni 80-90: ci racconti delle mitiche feste a casa di Nicola Berti.
"Nella sua casa di piazza Liberty, nel cuore di Milano, Nicola aveva una terrazza con affaccio su corso Vittorio Emanuele e organizzava party aperti, nel senso che le porte erano spalancate e poteva entrare chiunque. Non c’erano soltanto ragazze bellissime. Una sera, in un angolo, trovai seduto lo scrittore Andrea De Carlo l’autore di “Treno di panna”, libro che avevo letto. Stava a braccia conserte, osservava".

Estate, 1994: lei al Mondiale americano da tifoso.
"Io e Shalimov (ex Foggia e Inter, ndr) ospiti nella casa di Nicola Berti e di un suo socio a Soho, New York. Un’abitazione bellissima, terra-cielo, residenza che poi venne venduta alla cantante Patti Smith. Anche lì, che viavai. Arrivavano i fotografi di moda con le top model del momento. Nei giorni di riposo, molti azzurri venivano a rilassarsi lì".

E lei fece una gaffe con una figlia di Sacchi.
"Italia-Irlanda, mi siedo in tribuna vicino a due ragazze bionde che mi sembrano americane. L’Italia va in svantaggio e io da tifoso inveisco contro il ct perché voglio che faccia entrare Nicola. Finita la partita, una delle due mi chiede: “Scusa, posso passare?”. E io: “Ah, sei italiana!”. E lei: “Sono Federica Sacchi, la figlia del ct”. Sprofondo in un abisso, ma il socio di Nicola ha un colpo di genio: “Stasera facciamo una festa nella nostra casa a Soho, venite anche voi?”. Accettano e con Federica ci chiariamo".
 

Sezione: News / Data: Gio 21 agosto 2025 alle 13:38 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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