L'imprevedibile, il chiacchierato e la situazione scomodamente ottimale. Al 'Sant'Elia' di Cagliari Roberto Mancini coglie di tutti di sorpresa e in un solo colpo spazza i rumors, raccoglie i tre punti e recupera un giocatore. Non uno qualunque, ma un muro tanto chiacchierato quanto potenzialmente fondamentale per questa squadra. Il tutto con Andrea Ranocchia sullo sfondo. Nemanja Vidic è tornato, i nerazzurri centrano la terza vittoria consecutiva (traguardo dalle sfumature quasi epiche nelle ultime stagioni), e ora possono guardare con rinnovata fiducia ai prossimi impegni. Per il coach di Jesi, adesso, sarà tempo di scelte.

Ottimo, perché la profondità della rosa (a detta degli allenatori) è da sempre un 'problema positivo', ma talvolta scomoda perché ora - ad Appiano Gentile - potrebbe essere proprio l'azzurro l'escluso eccellente dal poker difensivo. Condizione fisica e infortuni permettendo, nella difesa 'a quattro' saranno sempre due le maglie a disposizione per tre posti, con Marco Andreolli prezioso (e sprecato) elemento quasi permanente in seconda fila e l'adattabile Hugo Armando Campagnaro sempre più usato sicuro sulla destra. Tornando in mezzo, Juan Jesus sembra il centrale certo del posto e, nonostante qualche svarione che con il tempo andrà via via diminuendo - questione di concentrazione ed esperienza -, le sue caratteristiche sembrano estrometterlo da questa bagarre interna. Corsa, velocità, forza fisica e mancino naturale, il centro-sinistra ha un padrone assoluto, oggi come domani. Ad oggi, quindi, chi al fianco del 5 di Belo Horizonte?

Ranocchia è il capitano e giocoforza non sarà semplice rinunciare a lui, anche per una fascia che a partire dal pre-campionato è sembrata quasi più un peso che una spinta. Allo stesso tempo, però, c'è un campione del ruolo che con una sufficiente continuità di impiego potrebbe diventare la chiave di svolta di un reparto che anche nel finale di Cagliari ha dimostrato di essere ancora il tallone d'Achille di questa Inter da work in progress. Il serbo è potenzialmente elemento che sposta gli equilibri, soprattutto in Europa League, la competizione da dentro-fuori che regalerà alla vincitrice il pass per la prossima Champions League. Europa, aria di gare che contano e dal sapore internazionale, lo stesso che il classe '81 di ​Užice​ ha respirato durante l'esperienza leggendaria con la maglia del Manchester United. Un tecnico, con il prosieguo della stagione, deve però essere lungimirante a 360° nelle scelte, sui singoli e altrettanto sugli obiettivi stagionali.

Nel dettaglio, la rosa degli esterni appare ben coperta, con Davide Santon gradita sorpresa 'di ritorno', Campagnaro titolare attuale e Danilo D'Ambrosio ormai recuperato che ora scalpita, senza dimenticare quel terzino brasiliano che insegue quello di inizio stagione: Dodò insegue Dodò, altrimenti la maglia da titolare sarà sempre più difficile da riacciuffare. Il terzo posto Champions League è obiettivo complicato e il Napoli è competitor importante, mentre in Europa tutto può succedere. Perché a questo punto non europeizzare Vidic e italianizzare Ranocchia? Probabilmente più integro fisicamente il secondo e più adatto alla competizione a lungo termine, mentre più abituato e a proprio agio nel match che conta il primo. La soluzione potrebbe essere pertanto la seguente, il tutto con la regia del Mancio, il coach imprevedibile. Per zittire le chiacchiere e rendere una situazione scomodamente ottimale esclusivamente preziosa e vincente.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 25 febbraio 2015 alle 11:15
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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