Andrea Stramaccioni si racconta a tutto tondo: ospite negli studi di Fox Sports Italia, l'ex allenatore dell'Inter, chiamato come opinionista d'eccezione prima della partita di Premier League tra Swansea e Liverpool, parla in primo luogo della... cravatta impiegata per presentarsi in studio: "E' stata una scelta dell'ultimo minuto, per questa volta la tengo ma sono una testa dura". Poi rivede le immagini del derby vinto l'anno scorso e ripensa: "E' stata una grande emozione, momenti molto felici. Ovviamente c'è qualche piccolo rimpianto, è normale". 

Qual è il rapporto col tempo di Andrea Stramaccioni? "Di grande velocità, perché ho bruciato le tappe, e per un ragazzo giovane serve fermarsi a riflettere". Poi, una parola su Marco Verratti, sul quale svela: "Ho un debole per lui, lo conosco dalle giovanili del Pescara. Sono contento stia convincendo Laurent Blanc che prima aveva altre priorità. Spero che diventi un punto fermo del Psg. Se il Monaco reggerà il confronto? Ho la sensazione che il Psg avrà qualcosa in più; sono curioso nel vedere lo scontro diretto, il Monaco avrà il vantaggio di avere avuto lo stesso tecnico anche l'anno scorso, però il Paris Saint-Germain ha qualcosa in più. Poi, mi piace tantissimo Aaron Ramsey". 

Poi, da buon studioso di calcio, analizza il nuovo Barça di Tata Martino: "Io vedo che vuole portare idee alternative. Io ho visto nelle prime due partite di Coppa un'idea predominante del palleggio, ma la grande novità che Martino sta rispolverando è la forza nel recuperare palla nella zona d'attacco, evitando così le transizioni e i conseguenti problemi ad una squadra che in fase di costruzione impiega otto-nove giocatori. Rimane ancora qualcosa su cui lavorare, visto che è la seconda volta che viene rimontato. Le palle inattive? E' un discorso interessante, il Barça viene da una cultura di zona predominante. Martino ora imposta le marcature a uomo, con Alves e Piqué che coprono il corto e tre giocatori pronti a ripartire. C'è ancora fatica sul contrasto fisico, se Busquets viene battuto sulle palle alte vuol dire che i saltatori fanno fatica".

Strama parla anche di Gareth Bale, "l'uomo che trascinò il Tottenham contro l'Inter nella gara d'andata in Europa League, al ritorno non c'era e sfiorammo la rimonta. Ora gli servirà del tempo al Real, Ancelotti sta lavorando per fare una sorta di 4-3-2-1 con lui che taglia alle spalle della punta centrale, una delle sue abilità primarie. E' da un po' di tempo che non gioca più largo a destra, la mattonella più libera della formazione del Real Madrid. Ho visto lavorare Carlo Ancelotti negli Stati Uniti, mi ha colpito la sua abilità nel gestire le situazioni. C'era un grande clima di serenità, e il mister a livello di esperienza non è secondo a nessuno e mi piace la sua tranquillità nel trasmettere le idee". 

Poi, la raffica di domande e risposte sulla persona Strama: "Vado fiero della mia sincerità, ma sono permaloso. Mio fratello il migliore amico, per il prossimo volo andrò a San Pietroburgo. In treno a Milano ho scoperto che Sky ha una stazione ferroviaria tutta per sé (Milano Rogoredo, ndr); mi hanno riconosciuto alcune persone, mi hanno anche incoraggiato. Renzi per un'Italia migliore? Passo... Chi mi conosce ha un'idea di una persona diversa da quello che può apparire all'esterno". Si torna a disquisire di calcio estero, con un commento sul Manchester City di Manuel Pellegrini: "Penso che anche a lui serva ancora del tempo", e sulle difficoltà del Chelsea contro l'Everton: "Ivanovic stringe sull'uomo sbagliato in occasione del gol subito, è un errore grave".

Era la gara di debutto di Samuel Eto'o col Chelsea: "Era molto motivato, credo volesse un gol ma penso che farà un'ottima stagione. Cosa vorrei di José Mourinho? Credo che da uno come lui si possa solo imparare tantissimo, specie un giovane come me. Se mi sono confrontato con lui? Personalmente no, ma mi piacerebbe. Appena arrivato all'Inter mi ha riempito di consigli, lo ricordo molto bene. E' stato un bel gesto per me e per la sua Inter, va apprezzato. Ho un ottimo rapporto con Andre Villas-Boas, credo che lui sia l'emblema delle qualità di un allenatore: dopo l'esonero dal Chelsea si poteva pensare fosse un tecnico con poche qualità, al Tottenham ha avuto la possibilità di mettersi in mostra in un ambiente ideale. L'anno scorso ha iniziato male ma è cresciuto, e ora ha iniziato meglio di come aveva finito".

Stramaccioni ritiene Luciano Spalletti "il suo maestro, quando ero alle giovanili della Roma ho provato a studiare da lui, e lui si è messo subito a mia disposizione, alla sua maniera, tra consigli e rimproveri. Ho un bellissimo rapporto con lui". Nel Liverpool c'è Philippe Coutinho, che in Inghilterra sta facendo benissimo. Un rimpianto per Stramaccioni? "Dunque, bisogna dire che in Premier ormai è il regno delle ali, in Italia non c'è più spazio. Gli ho detto personalmente di cogliere al volo l'opportunità Liverpool, perché il gioco inglese è perfetto per lui, la sua esplosione è avvenuta perché è nel suo contenitore ideale". 

Altra raffica: "Vorrei allenare il Borussia Dortmund; stimo Spalletti perché ha dimostrato il suo valore e ha grande personalità. In Italia stimo Vincenzo Montella. Milito il giocatore più forte mai allenato, Maicon il più simpatico. Il più antipatico? Non l'ho ancora allenato... Napoli da scudetto? Ci sono i presupposti, ma lo scudetto per me vince una tra Juve, Napoli, Inter e Roma. Champions al Real Madrid, Roberto Mancini in Nazionale. E' difficile che la alleni io, se ho rifiutato l'Under 21? Passo". 

Si continua con un omaggio a Sir Alex Ferguson, "un'icona del calcio mondiale. Chi è stato a Manchester sa come Fergie fosse un'entità collettiva, facesse da allenatore, manager, tutto". Sul Sunderland di Paolo Di Canio e sulle difficoltà incontrate sin qui: "Non so cosa accada lì dentro, da fuori vedo con simpatia la sua esperienza perché c'è anche una forte componente italiana, spero che la proprietà gli dia il giusto tempo perché vedo Paolo carico per colmare un gap evidente". Essere grandi giocatori non vuol dire essere grandi allenatori: che ne pensa Strama? "E' importante l'esperienza da calciatore, è penalizzante quando non hai mai giocato nemmeno in Eccellenza; calcare certi campi ti dà un valore aggiunto. Non è un caso che grandi allenatori non siano stati grandi giocatori, ma ci vuole il giusto mix secondo me". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 16 settembre 2013 alle 20:06
Autore: Christian Liotta
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