Alla vigilia della delicata trasferta di Udine, Luciano Spalletti si concede alle domande dei giornalisti presenti nella Media House del Suning Training Centre, nel corso della tradizionale conferenza pre-partita. FcInterNews.it è sul posto e riporta in diretta testuale le sue parole.

Può essere la partita decisiva quella di Udine, visto anche il calendario delle ultime tre?
"Lo possono essere tutte, bisogna poi valutare i punti dei nostri avversari e ne abbiamo molti perché ci sono sei squadre che possono arrivare terza o quarta. Quindi dobbiamo affrontare queste partite nella maniera giusta. Giocare in casa di una squadra che lotta per la salvezza a quattro dalla fine è come affrontare uno scontro diretto, per il livello di difficoltà. Abbiamo una partita difficile ma proprio per l'importanza dell'obiettivo diventa fondamentale vincere".

Le hanno dato fastidio le foto di Icardi? Le avrebbe dato fastidio se un compagno ai suoi tempi le avesse fatte?
"Non so a cosa si riferisca ma quando viene qui è vestito da Inter, a me interessa quello".

Quanto la rassicurano quei 60' contro la Juve?
"Dipende sempre da cosa ci si mette poi in settimana. Per me abbiamo giocato bene anche contro la Roma, ma dipende cosa ti metti nella testa verso la partita contro l'Udinese. E' importante dare la stessa importanza a questa partita per prestazione e risultato. A volte succede involontariamente di fare delle differenze e probabilmente quei cali di tensione di cui abbiamo parlato ogni tanto in questi due anni sono figli di quel modo di ragionare. Durante la settimana la difficoltà della partita te la costruisci in maniera diversa, se ti alleni bene arrivi la domenica e sei pronto, se non ti alleni bene qualche volta sei pronto perché sei forte e qualche volta no perché l'allenamento ha valore assoluto".

Ultimamente siete andati peggio in casa e meglio fuori. Che differenze ci sono?
"Nel modo di fare il mio mestiere nessuna. Ci possono essere delle letture sull'impostazione della squadra avversaria che a volte sono differenti ma dipende sempre da quel che propone la squadra avversaria, il nostro atteggiamento è sempre lo stesso. Si tenta di andarli a prendere, di creargli difficoltà, di fare la partita nella metà campo avversaria. Quando loro si liberano dalla pressione e trovano la possibilità di giocarti alle spalle bisogna andare a riprenderli, a scappare verso l'area per abbassare il rischio dello spazio che ti rimane dietro la linea difensiva. Sarà allo stesso modo domani, andremo a giocarci la nostra partita e in base a quello che l'avversaria sarà brava a proporre verrà fuori una partita più o meno offensiva o difensiva, ma dipende sempre dallo sviluppo della gara".

L'anno scorso dipendevate offensivamente da Perisic e Icardi, quest'anno avete trovato gol alternativi ma avete ancora difficoltà a segnare. Cosa serve per migliorare l'anno prossimo? Giocatori nuovi o qualcosa dal punto di vista tattico?
"Per il mio modo di pensare dire che siamo dipendenti da un calciatore non mi trova d'accordo. Non era così nemmeno prima. La sintesi è il gol e si dà molta importanza a chi lo fa. Mi veniva da guardare ieri durante Eintracht-Chelsea che i tedeschi non hanno mai finito una gara in casa senza fare gol tranne con noi, perché allora non si dà merito ai difensori dopo che noi non l'abbiamo preso? Si mette molto più in evidenza chi fa gol, a Handanovic o Miranda e Ranocchia che ne hanno presi meno di tutti gli altri non si dà così tanta importanza ma di fatto avere un muro per una squadra è forse la primissima qualità e viene dopo quella di andare a far gol perché nasce da questo equilibrio in fase difensiva il fatto di segnare. Cosa bisogna fare: bisogna portare sempre più pressione, a giocare nell'area avversaria perché lì possono succedere cose inaspettate che ti possono dare vantaggio perché un piccolo errore in area avversaria può essere un vantaggio per te più che se gli altri lo fanno a metà campo. Abbiamo calciatori che sanno giocare in area, che ribaltano l'azione perché hanno velocità nella ripartenza da metà campo quando siamo costretti ad abbassarci. Gli ingredienti li abbiamo tutti, quel che succederà il prossimo anno lo andremo a vedere cercando di fare delle scelte autentiche, di quelle chiare dove si riconosce il percorso da fare e dove si vuole andare".

Come si sono allenati Lautaro e Icardi. C'è un favorito per domani?
"Questa settimana si sono allenati quasi bene tutti. Poi c'è l'esercitazione che piace meno o di più ma qualche notizia su dove dobbiamo andare bisogna metterla o nasconderla nell'esercitazione: sono più importanti i calciatori, ma se le loro qualità hanno un collettivo di squadra si prendono più cose".

FcIN - Ha visto Icardi turbato per non aver trovato il gol su azione per più di un girone?
"E' giusto quel che dice, ma ci sono cose che lo hanno limitato. Il pregio che ha è l'equilibrio. Io l'ho conosciuto così e lo ritrovo nello stesso modo. E' un calciatore che ha uno spessore ripetuto per comportamento e modo di fare. Ha un livello di ripetitività nel comportamento che ti dà delle buone notizie per il futuro perché lo vedi ancora nel migliore dei modi per quel che fa in campo e di conseguenza pensi possa migliorare le sue performance e i numeri, che sono importanti per gol, assist e e momenti in cui determina per la squadra".

Tra le avversarie per la Champions ce n'è qualcuna che teme di più?
"No perché ci sono alcuni intrecci di partite. Fino alla Lazio ci sono tutte. Abbiamo visto contro di noi che sono una buona squadra. Ci sono anche intrecci con squadre che lottano per la salvezza, mi è impossibile vedere cosa può raggiungere l'Atalanta, il Torino, il Milan. So che squadre come l'Atalanta, che poi tutti gli anni si posano come sorprese, ormai sono una ripetizione della sorpresa. Anche 2-3 anni prima dell'anno scorso mi sa che è arrivata davanti a noi. Sono bravi a fare mercato e rimettere dentro, ma hanno capacità e un livello di pressione e di club che gli permette di gestire delle aspettative in maniera differente. Possono assolutamente arrivare nelle prime quattro perché si vede che sono in salute. Ci si è infilato anche il Torino, la Roma l'ho allenata prima dell'Inter per cui la conosco bene. Qualcuno è andato via, ma li hanno ricomprati i calciatori forti, perché hanno speso dei soldi, comprato calciatori importanti. Dopo i primi sei mesi la Juventus ci prese Pjanic, che era del livello di De Rossi per importanza, basta vedere che poi ha preso in mano i bianconeri. Noi siamo arrivati secondi e non si andava bene. Vediamo in futuro. Sono forti, possono arrivare davanti a noi, che eravamo a 25 punti dalla Roma. Sono tutte squadre con ambizione e con possibilità importanti a cui dobbiamo badare in maniera attenta".

Quando si parla del futuro dell'Inter si dice che solo uno tra lei e Icardi possa restare. E' così?
"Dal mio punto di vista non ci sono problemi. Il mio futuro è Udinese-Inter, non Icardi o non Icardi. Poi si chiamerà Inter-Chievo, Napoli-Inter, l'allenamento prima di Inter-Empoli, l'allenamento dopo. Non ho nessun problema ad allenare e far giocare qualsiasi calciatore. Quel che volevo mettere in evidenza è che il futuro è l'Inter e il futuro dell'Inter, far bene gli allenamenti e venire la mattina presto a lavorare, quando arrivano quelli che hanno voglia di fare durante la giornata".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 03 maggio 2019 alle 12:31 / Fonte: dall'inviato al Suning Training Centre (Appiano Gentile), Mattia Todisco
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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