La lunga attesa è quasi finita: domani sera i riflettori del Meazza illumineranno il derby, partita mai banale che va oltre i 3 punti in palio. L'Inter cerca la settima vittoria consecutiva tra campionato e Champions, il Milan il virtuale sorpasso ai nerazzurrri. Questo e altro nel menu della conferenza stampa che vede protagonista al Suning Training Centre Luciano Spalletti. FcInterNews.it propone le parole dell'allenatore.

"C'è una partita importante ma ce n'è un'altra altrettanto importante e basta un SMS al 45533. Con soli 2 euro donati a Save The Children si possono fornire due dosi giornaliere di un alimento terapeutico per salvare la vita a un bambino. Pensate quante volte ci passano per le mani 2 euro, spendiamoli anche per questa cosa, che mi sta particolarmente a cuore".

Il derby regala tre punti ma spesso anche qualcosa in più. Come si batte la squadra di Gattuso?

"Secondo me vale molto di più per quel che riesci a produrre nella testa dei calciatori, nell'entusiasmo dei tifosi. Questa settimana non abbiamo pensato né al Barcellona, né al campionato. Abbiamo pensato al derby. Sapevamo che quest'anno sarebbe stato particolare, dove si andava a giocare tante competizioni. Adesso ne abbiamo davanti una importantissima, che è la competizione dei derby. Io abito in un bel posto a Milano, dove si assorbe tutta la sensazione degli interisti. La sintesi potrebbe essere che questa partita è il termometro più corretto per misurare quanto siamo malati dell'Inter".

Che forza può dare vincere un derby?

"Grosso modo è la stessa risposta. Può dare moltissime cose in più di quelli che sono i normali tre punti. Da portare dentro le altre partite e lo scorrimento del campionato. Per cui quel che c'è da fare è avere tutte le attenzioni possibili e usare il tempo che hai davanti. Non abbiamo sprecato neanche un minuto di quello che è stato lo scorrere di queste due settimane, dopo l'ultima partita. Naturalmente poi c'è un altro tempo per prendere in considerazione quel che verrà in base al risultato. Ma diventa fondamentale, come ho detto prima, essere esigenti con noi stessi e richiedere grandi cose, grandi giocate, disponibilità, intensità, qualità, confronti faccia a faccia. Perché questa partita vuole questo. Poi ci sarà un risultato e lo prenderemo in considerazione".

Tenendo presente quanto ha detto, vi sentite di poter dire che un'Inter al 100% ha buone possibilità di vincere?

"Questa cosa l'avevamo già affrontata nel derby precedente, il fatto di aver paura l'una dell'altra. Non ci vorrei tornare, però... Io non rinuncerò mai a chiedere grandi cose ai miei calciatori. Abbiamo un'etica, una professionalità nel lavorare che cancella qualsiasi timore. Quando sei nel tuo posto a lavorare e sei convinto di quel che fai e hai sentimento per il lavoro che fai non ci sono timori di nessun genere. Da nessuna parte. E poi noi vogliamo giocarlo a viso aperto questo derby perché ci saranno molti interisti a vederlo dentro lo stadio, c'è il quarto anello composto dai divani a casa con sopra i nostri tifosi a incitarci. E poi da quando sono qui ho capito che gli interisti probabilmente dimenticano la data del compleanno di marito e moglie, ma non dimenticano il risultato del derby. Se si vuol far parte della storia dell'Inter e non solo starci dentro per la durata del contratto, bisogna passare da questa partita. I contratti ti fanno star qui per gli anni che ci sei, se vinci sei nella storia".

Secondo Nainggolan avete più calciatori di alto livello del Milan.

"Io non commento ciò che dicono i miei calciatori, che da dentro hanno una percezione differente di quello che è il livello dei giocatori. Secondo me si riferisce un po' a tutto. Mi fa piacere che abbia stima dei compagni. Non cambia niente, noi vogliamo giocare la partita per portarla a casa".

Avete vinto diverse partite, ma secondo qualcuno non giocate bene. Le dà fastidio?

"Io trovo molte cose nei commenti che mi riguardano, ma bisogna vedere di chi sono i commenti. Ormai tutti hanno capito che tra voi ci sono tifosi di alcune squadre, dipende chi le commenta in funzione della squadra a cui tiene. Trovo che la mia squadra sia cresciuta di mentalità, gioco, carattere e che ci siano ampi margini di andare avanti. Di proseguire su questa strada. C'è ancora possibilità di un'evoluzione. Per cui se i risultati sono questi e c'è margine davanti io sono contento di questa analisi. Mi fa piacere".

Teme un po' la sosta? Può avervi tolto ritmo?

"Non temo niente perché anche gli altri avevano diversi giocatori in Nazionale. C'è naturalmente da tener presente quelle che sono state le situazioni, ma è un lavoro in parte molto sviluppato per riordinare le fatiche: viaggi, minutaggi, problemi fisici, noi siamo al completo. Siamo tutti a disposizione, per cui io sono a posto".

State rivivendo certe situazioni che mancavano da qualche anno. La rende orgoglioso questo?

"Io da quando sono diventato allenatore dell'Inter vado in giro petto in fuori e mani dietro la schiena. E' bellissimo avere questi colori. Se poi si ha la fortuna, come ho io, di vederla da dentro lo stadio la partecipazione emotiva verso questa squadra e l'amore che la circonda sono particolarmente orgoglioso. Tutti parlano di cornice in funzione di quel che ci sarà dentro lo stadio, io la tratterei come una parte importante del quadro perché è difficile trovare una partecipazione emotiva e fisica come quella che si vede a San Siro nei derby e tutta Milano deve esserne orgogliosa, per il messaggio che si manda nel mondo. Milano è una città moderna che spinge tutto in modo naturale verso un'evoluzione continua. E' veramente qualcosa da prendere come modello ed esempio ed è chiaro che poi noi bisogna avere la stessa evoluzione di quel che sta facendo la città perché siamo quelli che rappresentano Milano nella parte sportiva. E anche per questo dobbiamo poi mostrare in Italia e in Europa quella che è la funzione che abbiamo di rappresentare una città di altissima qualità".

Secondo Gattuso il Milan è più convinto e forte dell'anno scorso. L'Inter com'è rispetto all'anno scorso?

"Faccio i complimenti a Gattuso per come gioca la sua squadra. E' un allenatore giovane, che stimo. Sta facendo vedere un modo giovane di far giocare la sua squadra. Ce ne sono altri di allenatori giovani che si possono citare e mi piacerebbe vedere come si gestisce la settimana. C'è De Zerbi, c'è Simone Inzaghi, Di Francesco, Martusciello, Giampaolo che ha una cinquantina d'anni e allena da tanto ma è giovane, anche essendo uno di quelli un po' più grandi ma ha un modo di allenare bellissimo da vedere. Gattuso è in questa lista di grandi allenatori che possono dare molto al nostro calcio. Per quel che riguarda il suo pensiero mi sorprenderebbe se la pensasse diversamente dei tuoi calciatori. Per fare il massimo devi far vedere ai tuoi che sei fiducioso, così danno qualcosa in più. Se vedono che hai dei dubbi o dei pensieri non corretti nei loro confronti ti danno di meno. Per me noi siamo cresciuti come personalità, gioco, altezza (calci d'angolo e punizioni laterali). E dentro tutte queste qualità siamo convinti che ci possa essere anche il particolare del gol che fa la differenza".

Secondo lei in cosa sono diverse le due squadre? Quanto sono diversi Icardi e Higuain?

"Ci sono molti momenti che accomunano queste due squadre. Entrambe vogliono partire dal basso e costruire dal calcio di rinvio, giocando palla a terra. Perché hanno due attaccanti finali che giocano palla a terra. Poi magari vanno a concludere anche sui traversoni, ma difficilmente usano la pallata per giocarci addosso sulla costruzione bassa. Dentro lo sviluppo c'è poi la condizione per arrivare nelle zone di campo dove puoi mettere i traversoni. Le cose sono le stesse, c'è cura dei particolari da parte di entrambe le squadre. Icardi e Higuain sono due calciatori che ti fanno rimanere a bocca aperta per le giocate che fanno. Uno ha probabilmente caratteristiche un po' diverse dall'altro, ma tutti e due sono fondamentali per lo sviluppo del gioco delle proprie squadre. Mi fanno sorridere quelli che dicono che Icardi non è molto tecnico. Andiamo a vedere il controllo di palla sul secondo gol contro la Spal e troviamogli anche il pelo per vedere se non c'è qualità. Dal mio punto di vista è facile scegliere, perché uno è interista e io scelgo l'interista".

Come sta Vecino?

"Come ho detto siamo tutti a disposizione. Ci sono tutti. Anche i direttori... Siamo tutti qui. C'è una proprietà che vive nell'interismo puro, altro che proprietà straniera. Il proprietario è interista, è dei nostri".

Ha parlato di crescita dell'Inter. Come vede la crescita di Icardi?

"Non chiediamogli niente, lasciamo com'è che per noi è perfetto. Poi ci sono cose che tutte le persone intelligenti vanno a cercare di migliorare perché grattano in fondo al barile delle proprie possibilità e trovano qualcosa da migliorare, questo ne fa un professionista perfetto. Ma per quanto riguarda le qualità dentro il campo in funzione delle vittorie importanti Icardi è perfetto. Ho detto prima: se non vogliamo vedere il gol con la Spal andiamo a vedere il tiro al volo contro il Tottenham per far girare così quella palla. E' uno che naturalmente tiene impegnati e viene marcato in maniera più stretta da parte degli avversari. Ogni tanto, rimanendo staccato, impone alla linea difensiva degli avversari di stare più morbida per quel che riguarda il centrocampo e ti permette di avere più metri sulla trequarti. In tutte le cose ci sono pro e contro. Lasciatelo stare com'è che a me garba così".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 20 ottobre 2018 alle 15:25
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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