Tre colpi completati proprio nel rush finale del mercato, insieme a quello extra-lusso rappresentato da Mateo Kovacic, prelevato dalla Dinamo Zagabria (ve lo abbiamo raccontato qui). Tre giocatori magari non di primissimo piano, ma che vanno a colmare lacune importanti e che soprattutto consentono ad Andrea Stramaccioni di guardare con maggiore fiducia al futuro. Un futuro che sarà anche a lungo termine, visto che l'età media di questi tre nuovi arrivati, Ezequiel Matias Schelotto, Zdravko Kuzmanovic e Juan Pablo Carrizo, è relativamente bassa; perciò, tutti saranno importanti per questa seconda parte di stagione, dove l'Inter dovrà riaffondare i colpi dopo l'ultimo momento di stanca, e per quelle a venire. Ecco nel dettaglio storia, caratteristiche e ambizioni dei tre nuovi nerazzurri:
EZEQUIEL MATIAS SCHELOTTO (Buenos Aires, 23 maggio 1989) - L'Inter avrebbe avuto modo di salutarlo con un comunicato in stile Milan, sulla falsariga di quanto fatto dal club rossonero per l'annuncio di Mario Balotelli: perché anche lui ha sempre professato la sua fede per l'Inter e la stima infinita verso il capitano Javier Zanetti, e perché anche lui a causa di queste dichiarazioni d'affetto ha avuto problemi di tipo professionale, se vogliamo ancora più gravi di quelli che secondo il Milan avrebbe avuto Mario Balotelli in passato (leggasi comunicato della tifoseria atalantina pubblicato in occasione del match col Milan). Ma queste pompose autocelebrazioni non fanno parte dello stile Inter, che preferisce godersi l'arrivo di questo innesto importante, un'iniezione di fiato in più sulla corsia destra. Nato in Argentina, ma ormai italiano a tutti gli effetti al punto da avere già indossato anche la maglia della Nazionale maggiore di Cesare Prandelli, e cresciuto col mito dell'Inter e soprattutto del suo capitano, Javier Zanetti: come Pupi, infatti, anche il Galgo viene lanciato dal Banfield, da dove prenderà subito il volo per l'Italia, destinazione Cesena. Dove nel 2009-2010 diventerà uno dei protagonisti della promozione in Serie A dei romagnoli, che però l'anno dopo lascerà per incomprensioni con Massimo Ficcadenti: andrà al Catania, prima di indossare la maglia dell'Atalanta che ne aveva riscattato il cartellino tempo addietro. Disputa una prima stagione importante, che gli varrà anche l'azzurro, prima però di andare incontro ad una serie di incomprensioni con l'ambiente, che sfoceranno nell'allontanamento dai titolari di Colantuono e nello scontro coi tifosi, irretiti dai suoi continui messaggi d'amore nei confronti dell'Inter. Inter che lo segue da un anno, ma che trova sempre il muro insormontabile della valutazione fatta da Marino. Ma il clima di piombo creatosi a Bergamo intorno a Schelotto porta ad un'accelerazione improvvisa della trattativa, che si concretizza nelle ultime ore. E oggi, finalmente, il Galgo può finalmente godersi la sua Inter, alla quale porterà di sicuro corsa a perdifiato sulla fascia destra. Non avrà i piedi educatissimi, ma ha presenza fisica, sa fare le due fasi con diligenza e se è il caso vede la porta. Insomma, un elemento che mancava davvero nel mosaico di Strama.
ZDRAVKO KUZMANOVIC (Thun, 22 settembre 1987) - Così come con l'arrivo di Zdravko Kuzmanovic, centrocampista serbo ma nato in Svizzera e di passaporto elvetico, l'Inter tornerà ad avere a disposizione un giocatore dalla grande tecnica. Il Kuz è un tuttofare della mediana, che può recitare bene in un tandem di centrali come da interno in un centrocampo a tre, e anche lui è uno che se è il caso porta qualche gol alla causa. Aveva tanta voglia di tornare in Italia, Kuzmanovic, dove era già stato dal 2007 al 2009 con la maglia della Fiorentina, prima dell'esperienza con lo Stoccarda fatta più di ombre che di luci. Sembrava dovesse essere un affare per giugno, a parametro zero, e invece l'Inter ha preferito muoversi subito, spendendo una somma tutto sommato risibile, appena un milione di euro, decisamente meno rispetto a quello che doveva essere il volante designato, ovvero Paulinho. Rispetto al quale non avrà i piedi buoni da sudamericano, ma porta la concretezza e l'animus pugnandi nell'aggredire gli spazi tipico dei giocatori di scuola slava. Carattere da vendere, Zdravko ha tutte le carte in regola per diventare in poco tempo un idolo della tifoseria nerazzurra.
JUAN PABLO CARRIZO (Santa Fé, 6 maggio 1984) - E' lui a completare il quadro: JP, il portiere 29enne che dopo quattro stagioni nelle fila della Lazio va a consolidare ulteriormente la colonia argentina del club nerazzurro. Arrivato in Italia con la fama di uno dei migliori portieri in circolazione, con la Lazio che spese sette milioni e mezzo per prelevarlo dal River Plate, Carrizo ha vissuto nel nostro Paese stagioni tra alti e bassi, tra prestazioni importanti, retrocessioni a secondo, prestiti a Real Saragozza e Catania con tanto di ritorno alla casa madre dei Millionarios, fino alla quasi completa chiusura degli spazi dovuta alla presenza di Federico Marchetti e Albano Bizzarri giudicati più affidabili. L'ultimo suo flash risale alla partita di Coppa Italia contro il Siena, dove si erse a protagonista parando i rigori di Vergassola e Larrondo. Era un affare già fatto per giugno, quando si sarebbe svincolato dal club biancoceleste, ma la necessità di avere subito un vice di Handanovic maturo e affidabile ha portato l'Inter a versare nelle casse di Formello un indennizzo da 250mila euro per averlo subito a disposizione. Bravo quanto spericolato, ha nella gambeta (il dribbling all'avversario che si invola per togliergli palla) la sua caratteristica principale, spettacolare e rischiosa allo stesso tempo.
Ecco, quindi, le nuove leve: coloro che avranno il compito di rilanciare la corsa dei nerazzurri verso il terzo posto (e poi chissà, come ha affermato Moratti, anche a qualcosa in più, anche se per il momento è preferibile tenere i piedi in terra). E soprattutto, riavviare il processo di ricostruzione dell'Inter, auspicando che a giugno possano arrivare ulteriori acquisti di calibro per rilanciare le ambizioni nerazzurre. Intanto, massima fiducia a questi elementi.
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