Pio Esposito si racconta in un'intervista a Dazn prendendo in mano delle foto e raccontando cosa significhino per lui, a partire da un'immagine che ritrae la sua città natale. "Castellammare di Stabia è il mio luogo di nascita, sono molto legato alle mie origini. Ci ho vissuto fino a 6 anni, poi mi sono trasferito a Brescia per inseguire il sogno del calcio. Appena ho un attimo di tempo ci tengo molto a tornare dalla mia famiglia per non dimeticare le mie origini", dice l'attaccante.

Seconda foto. "La foto di quando ci siamo trasferiti a Brescia, pronti a provare questo sogno con questa passione che ci ha trasmesso nostro padre. Eravamo tutti e tre piccoli ma il nostro unico pensiero era il pallone e abbiamo avuto il privilegio di giocarci questo sogno. Ho con entrambi i fratelli un bellissimo rapporto, qualche discussione in più con Salvatore perché siamo stati per due anni compagni di squadra a La Spezia. Con Seba ci troviamo benissimo, parliamo sempre di come va la stagione. Ci seguiamo e ci diamo sempre la spinta per andare più forte".

Terza foto. "Sono arrivato all'Inter a 9 anni, in questa foto ero al mio primo anno. Era il gol in una semifinale di un torneo a Comacchio contro il Torino. Avevo come mister Davide Aggio che mi ha trasmesso principi e valori dell'Inter. Ci teneva spesso a dirci che all'Inter sei nell'élite e bisogna avere una mentalità vincente".

Quarta foto. "Qui sono in U19, la Primavera con Chivu allenatore. Dopo sei mesi in cui non stavamo andando molto bene abbiamo cambiato un po' di cose e il mister mi ha dato la fascia di capitano, a Cagliari, dove il capitano mancava. Ho fatto tripletta, abbiamo vinto 3-2 e da lì me l'ha lasciata fino a fine campionato. Una responsabilità che mi ha fatto crescere molto e diventare grande. Non smetterò mai di ringraziarlo anche per questa opportunità".

Quinta foto. "Sono al Gran Galà del calcio per il premio come miglior giovane del torneo, il primo riconoscimento personale. Un'emozione grande per me. I due anni a La Spezia sono stati fondamentali per la mia crescita, due anni in cui ho avuto le mie prime volte: esordio e primo gol tra i pro, per cui ci tengo a ringraziare mister D'Angelo e tutti i compagni dello Spezia, tutte le persone che mi hanno fatto sentire a casa e prendere il volo, tornando a farmi vestire la maglia dell'Inter".

Non più una foto, ma un portachiavi. "In questo portachiavi ci sono i bilancieri e i pesi che indicano l'esultanza di braccio di ferro. L'esultanza è nata con Petko Hristov, mio compagno a La Spezia. Dall'anno in Primavera a La Spezia ho avuto una trasformazione fisica su cui ho lavorato e lui era quello con cui mi fermavo tutti i giorni in palestra dopo l'allenamento. Da lì ho deciso di fare per la prima volta l'esultanza in Spezia-Venezia e da lì l'ho tenuta".

Sesta foto. "In questa foto ho il premio Mvp contro il River Plate, al primo gol con questa maglia. Faccio fatica a realizzare, è particolare per me. Un'emozione incredibile, se vedete quando esulto dopo il gol c'è un momento in cui sono spaesato. Fa capire quanto sia stata un'emozione fortissima. Per me tornare qui è un sogno che si avvera".

Settima foto. "Qui si vede il numero 94, ho scelto questo perché il mio rione di Castellammare è denominato Ciceron 94, è stata una dedica al quartiere e al campetto dove siamo cresciuti coi miei fratelli, lì è iniziato tutto".

Infine, un grande tricolore. "La maglia azzurra è il sogno di ogni bambino che inizia a giocare a pallone. Ora è un sogno che voglio realizzare".

Sezione: Copertina / Data: Lun 18 agosto 2025 alle 12:15
Autore: FcInterNews Redazione
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