Andrea Pinamonti, a poche ore dalla sfida di Coppa Italia tra Inter ed Empoli, si è concesso ai microfoni di Fanpage per tirare le prime somme della sua stagione e per parlare della sua avventura in maglia nerazzurra.
"All’inizio, come ogni volta che si apre una nuova parentesi, non si sa mai a cosa si va incontro perché ci possono essere tanti dubbi e perplessità ma in questo caso sono andate via dopo pochi giorni - racconta -. È stata una trattativa abbastanza lunga ma quando senti la fiducia del mister, che ti chiama direttamente, del direttore, che si muove per convincerti, e del presidente, che esprime la sua voglia di averti in squadra, c’è già un grado di fiducia alto che aiuta subito a far bene. Appena sono arrivato mi sono messo a lavorare per riprendere la forma e, di conseguenza, è andato tutto nel migliore dei modi. Obiettivi? Il primo resta la salvezza, perché negli ultimi anni abbiamo visto come nel girone di ritorno cambia tutto rispetto alla prima parte e bisognerà restare concentrati fino alla fine per raggiungere l'obiettio, mentre a livello personale ora vorrei arrivare in doppia cifra".
"L'Inter? Lì entri in un'altra ottica. Capitava una partita che vincevamo 1-0 all'intervallo ma il mister e i compagni non erano comunque contenti, perché bisognava fare di più - spiega Pinamonti -. Era uno spogliatoio dove si cercava sempre di migliorare, questo soprattutto grazie a mister Conte, e non ci si accontentava mai. Nonostante non sia stato tra i protagonisti in campo, ho imparato davvero tanto e ho coronato un sogno che avevo fin da piccolo: vincere lo Scudetto con l'Inter".
"Allenatori importanti? Ne ho avuti talmente tanti, nonostante abbia 22 anni, che ho cercato di prendere qualcosa da tutti. Ho girato questa cosa a mio vantaggio - continua -. Partendo da Pioli, che mi ha fatto esordire tra i professionisti; arrivando a Conte, che mi ha dato tanto; passando per Nicola, che a Genova mi ha aiutato grazie alla sua personalità e al suo carisma; fino ad Andreazzoli, che avevo avuto al Genoa per poco tempo ma è stato un piacere poter ritrovare qui per lavorare di nuovo con lui".
Sguardo proiettato al futuro. "Mi vedo più maturo di come sono adesso e con tanta esperienza in più. Mi auguro di arrivare su palcoscenici importanti e di essere protagonista, non una comparsa", conclude Pinamonti.
"All’inizio, come ogni volta che si apre una nuova parentesi, non si sa mai a cosa si va incontro perché ci possono essere tanti dubbi e perplessità ma in questo caso sono andate via dopo pochi giorni - racconta -. È stata una trattativa abbastanza lunga ma quando senti la fiducia del mister, che ti chiama direttamente, del direttore, che si muove per convincerti, e del presidente, che esprime la sua voglia di averti in squadra, c’è già un grado di fiducia alto che aiuta subito a far bene. Appena sono arrivato mi sono messo a lavorare per riprendere la forma e, di conseguenza, è andato tutto nel migliore dei modi. Obiettivi? Il primo resta la salvezza, perché negli ultimi anni abbiamo visto come nel girone di ritorno cambia tutto rispetto alla prima parte e bisognerà restare concentrati fino alla fine per raggiungere l'obiettio, mentre a livello personale ora vorrei arrivare in doppia cifra".
"L'Inter? Lì entri in un'altra ottica. Capitava una partita che vincevamo 1-0 all'intervallo ma il mister e i compagni non erano comunque contenti, perché bisognava fare di più - spiega Pinamonti -. Era uno spogliatoio dove si cercava sempre di migliorare, questo soprattutto grazie a mister Conte, e non ci si accontentava mai. Nonostante non sia stato tra i protagonisti in campo, ho imparato davvero tanto e ho coronato un sogno che avevo fin da piccolo: vincere lo Scudetto con l'Inter".
"Allenatori importanti? Ne ho avuti talmente tanti, nonostante abbia 22 anni, che ho cercato di prendere qualcosa da tutti. Ho girato questa cosa a mio vantaggio - continua -. Partendo da Pioli, che mi ha fatto esordire tra i professionisti; arrivando a Conte, che mi ha dato tanto; passando per Nicola, che a Genova mi ha aiutato grazie alla sua personalità e al suo carisma; fino ad Andreazzoli, che avevo avuto al Genoa per poco tempo ma è stato un piacere poter ritrovare qui per lavorare di nuovo con lui".
Sguardo proiettato al futuro. "Mi vedo più maturo di come sono adesso e con tanta esperienza in più. Mi auguro di arrivare su palcoscenici importanti e di essere protagonista, non una comparsa", conclude Pinamonti.
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