"Sì, dai. A giugno smetto" sussurra Goran Pandev al Corriere dello Sport. Ma forse senza troppa convinzione.
Perché ha deciso di continuare?
"Per la gente. Mi sarebbe dispiaciuto fermarmi con gli stadi vuoti. I tifosi del Genoa mi hanno sempre sostenuto e meritano il mio ringraziamento. Così come devo ringraziare Preziosi che mi ha convinto a restare".
Come ci si sente da vecchietto in Serie A? E’ quinto nella classifica dei più anziani.
"E’ dura. Soprattutto quest’anno, perché non ho potuto fare la preparazione dopo l’Europeo. Bisogna lavorare, lavorare sempre di più. Certi sfizi che puoi concederti a 20 anni alla mia età sono impossibili. Per fortuna a me non piace il riposo: se non mi alleno sto male".
Domani c’è la Roma. Mi dica le prime due cose che le vengono in mente.
"La Lazio. E Mourinho".
Partita speciale?
"Certamente. La Roma non è un’avversaria come le altre. I loro tifosi mi fischiano sempre ma ormai succede anche con quelli della Lazio. Sono riuscito a mettere d’accordo due tifoserie rivali (ride, ndr)".
Speciale contro lo Special.
"Accidenti. Mourinho è l’uomo che mi ha cambiato le prospettive. Mi telefonò subito dopo la mia separazione dalla Lazio, dopo cinque-sei mesi che non giocavo. Mi chiese di andare all’Inter, la squadra che mi aveva portato in Italia. Mi sembrava un sogno. E poi è andata come andata".
Pandev titolare nella finale del Triplete.
"Ricordi incredibili. Mourinho aveva la capacità di attrarre tutti i giocatori, anche quelli che andavano in panchina. E li difendeva sempre. La mia esperienza personale? Non mi utilizzava quasi mai nel mio ruolo. Ma quando vidi Eto’o fare il terzino riflettei: se uno come lui si adatta, devo adeguarmi anche io".
Di questi tempi Mourinho non se la sta passando bene.
"Devo ammettere che mi ha sorpreso il suo arrivo alla Roma. Conosco bene la piazza, non è semplice. Ma sono sicuro che il club con Mourinho tornerà a vincere, prima o poi. E’ l’uomo giusto al posto giusto. A una condizione".
Quale?
"La società deve seguire le sue indicazioni, sul mercato e non solo. A Josè devi dare carta bianca. Ci vuole tempo, in tutte le cose. Ma se ha accettato la Roma è perché vuole entrare nella storia".
L’ha sentito in questi giorni?
"No, mi ha telefonato dopo la fine dell’Europeo quando i compagni di nazionale mi omaggiarono al momento della sostituzione. Ma ci sentiamo ogni tanto sulla chat del Triplete. Siamo ancora molto uniti da allora, una grande famiglia".
Perché ha deciso di continuare?
"Per la gente. Mi sarebbe dispiaciuto fermarmi con gli stadi vuoti. I tifosi del Genoa mi hanno sempre sostenuto e meritano il mio ringraziamento. Così come devo ringraziare Preziosi che mi ha convinto a restare".
Come ci si sente da vecchietto in Serie A? E’ quinto nella classifica dei più anziani.
"E’ dura. Soprattutto quest’anno, perché non ho potuto fare la preparazione dopo l’Europeo. Bisogna lavorare, lavorare sempre di più. Certi sfizi che puoi concederti a 20 anni alla mia età sono impossibili. Per fortuna a me non piace il riposo: se non mi alleno sto male".
Domani c’è la Roma. Mi dica le prime due cose che le vengono in mente.
"La Lazio. E Mourinho".
Partita speciale?
"Certamente. La Roma non è un’avversaria come le altre. I loro tifosi mi fischiano sempre ma ormai succede anche con quelli della Lazio. Sono riuscito a mettere d’accordo due tifoserie rivali (ride, ndr)".
Speciale contro lo Special.
"Accidenti. Mourinho è l’uomo che mi ha cambiato le prospettive. Mi telefonò subito dopo la mia separazione dalla Lazio, dopo cinque-sei mesi che non giocavo. Mi chiese di andare all’Inter, la squadra che mi aveva portato in Italia. Mi sembrava un sogno. E poi è andata come andata".
Pandev titolare nella finale del Triplete.
"Ricordi incredibili. Mourinho aveva la capacità di attrarre tutti i giocatori, anche quelli che andavano in panchina. E li difendeva sempre. La mia esperienza personale? Non mi utilizzava quasi mai nel mio ruolo. Ma quando vidi Eto’o fare il terzino riflettei: se uno come lui si adatta, devo adeguarmi anche io".
Di questi tempi Mourinho non se la sta passando bene.
"Devo ammettere che mi ha sorpreso il suo arrivo alla Roma. Conosco bene la piazza, non è semplice. Ma sono sicuro che il club con Mourinho tornerà a vincere, prima o poi. E’ l’uomo giusto al posto giusto. A una condizione".
Quale?
"La società deve seguire le sue indicazioni, sul mercato e non solo. A Josè devi dare carta bianca. Ci vuole tempo, in tutte le cose. Ma se ha accettato la Roma è perché vuole entrare nella storia".
L’ha sentito in questi giorni?
"No, mi ha telefonato dopo la fine dell’Europeo quando i compagni di nazionale mi omaggiarono al momento della sostituzione. Ma ci sentiamo ogni tanto sulla chat del Triplete. Siamo ancora molto uniti da allora, una grande famiglia".
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