Javier Zanetti e Diego Alberto Milito come due vecchi amici che ricordano l'anno glorioso in cui hanno nobilitato la storia dell'Inter. Il bomber del Triplete, in compagnia del vice presidente nerazzurro, ripercorre in una diretta Instagram sulla pagina del club quell'annata speciale. Si parte dalla stretta attualità:  "Io sto bene, qua in Argentina piano piano le cose vanno meglio. Però qua arriva il freddo, quello è il problema. Siamo ancora in quarantena per due settimane". 

A cosa pensavi quando sei arrivato all'Inter?
"Un sogno, lo sai Pupi. Arrivavo in una grandissima famiglia, come mi dicevi sempre tu. L'Inter è davvero così, sono fiero di aver fatto la storia dell'Inter e oggi è una giornata speciale per noi. Non è facile lottare su tre fronti, senz'altro. Devi avere tre elementi: società, tifosi e mister. Avevamo un gruppo straordinario e a distanza di dieci anni continuiamo a sentirci: questa è la cosa bella". 

Le feste a base di asado. 
"Io aiutavo il Muro (Samuel ndr), non poteva da solo poverino. Non è vera la leggenda che io mangiavo solo l'asado". 

Il Triplete dà ancora una sensazione di felicità che ti riporta a Madrid.
"Anche qua in Srgentina fanno rivedere le immagini. Sembra ieri, mi ricordo tutto perfettamente. Fu un'impresa difficile, nessuno ci è riuscito in Italia nonostante ci siano state grandi squadre nella storia". 

Il mate.
"Ci ha accompagnato in tutto il nostro percorso, come Santa Rita (mostra il santino ndr). Ricordo quando tu, Pupi, hai acceso la candela prima della finale". 

La canzoncina che parla di una moneta prima della finale. 
"Era tutto scritto, Pupi. Siamo arrivati in finale con una fiducia incredibile nei nostri mezzi; avevamo di fronte una squadra fortissima tanto è vero che anche loro potevano vincere il Triplete. Ma dopo Barcellona abbiamo capito che la Coppa era nostra". 

Tuo fratello perse quella semifinale: coma la prese la tua famiglia?
"Loro erano abituati, abbiamo giocato spesso uno contro l'altro i derby di Avellaneda. Ma la semifinale di Champions è stata speciale. Mio papà disse che sperava vincessi io perché giocavo, mentre Gabi era in panchina. Ha esultato al mio gol, poi ha chiesto scusa a mio fratello. Una volta, ad Appiano, Mourinho vide i miei genitori e chiese loro: 'chi volete che vinca?'. Mio padre diceva che non era facile per loro. E José li incalzava dicendo: "Tocca a noi, deve vincere l'Inter".

Roma-Samp a casa di Milito.
"Come abbiamo esultato? Una delle partite più sofferte è stata quella che non abbiamo giocato, che non dipendeva da noi. Dopo il pari di Firenze, al ritorno in treno eravamo morti. E tu, Pupi, ci dicevi che potevamo farcela, eri positivo". 

Era un gruppo di uomini.
"Io sono arrivato in un gruppo vincente, di grandi campioni. Sapevo che voi avevate il sogno di vincere la Champions, e tutto il club mi fece sentire quell'ambizione. José parlava sempre di quel sogno, noi siamo stati bravi a realizzarlo".

La coreografia a Madrid e san Siro all'alba.
"Incredibile. Mai visto uno stadio così, ma anche la gente a Malpensa dopo Barcellona. Cantavamo 'ce ne andiamo a Madrid', è stato indimenticabile. E i tifosi lo meritavano, ci hanno accompagnato sempre in un percorso non facile. Dopo il pari con la Dinamo eravamo ultimi nel girone, poi ovviamente c'è stata la svolta di Kiev".

L'ultimo mese solo partite da dentro o fuori
"Avevamo tantissima pressione, ma nel gruppo c'era grande personalità. Poi José è stato fondamentale nei momenti chiave, ci ha portati in finale facendoci esprimere al meglio".

Cosa disse Mourinho prima di Barcellona?
"Non era carico, tutto il contrario: trasmetteva calma, era il più tranquillo. Ricordo che entrò per primo sul campo del Camp Nou e si prese gli insulti per proteggerci, i tifosi non guardavano noi giocatori ma lui". 

I tifosi.
"Ringrazio tutti, ci sono sempre stati accanto. Poi sai che io ero felicissimo dopo la finale per la gente, i tifosi e la squadra. Ma soprattutto per Moratti e i tifosi, loro meritavamo più di tutti questa Coppa. Quando guardo le immagini di quelle partite e c'è la gente che esplode di gioia in Piazza Duomo mi viene la pelle d'oca. Mi auguro che l'Inter ritorni così, non è facile. Serve l'anno perfetto. E' molto importante il gruppo". 

Milito, poi, manda un ultimo messaggio a Zanetti e ricorda Simoni prima di mostrare la maglia della finale di Madrid che ha sempre nel cuore: "Ci vediamo nella chat del Triplete, dobbiamo organizzare la cena - dice a Zanetti -. Mando un bacio alla famiglia Simoni".
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 22 maggio 2020 alle 17:04
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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