"Io la mano a Benitez non gliel'avrei data". Marco Materazzi torna così sul rapporto conflittuale con il tecnico succeduto a José Mourinho nell'estate 2010, dopo il Triplete conquistato in nerazzurro. L'ex 23 continua senza peli sulla lingua durante una diretta Instagram con Sebastien Frey: "Apprezzerei uno che non mi dà la mano perché gli sto sul c... È meglio che rimane il rispetto, quello ci deve essere sempre. Il terzo tempo è una cosa bella, ma deve essere sentita, non un'imposizione. Infatti io non l'ho fatto con tutti". Inevitabile un pensiero alla finale di Champions vinta 2-0 a Madrid contro il Bayern e al discorso di Mou negli spogliatoi: "Ci disse: "Stiamo giocando troppo bene, dobbiamo giocare peggio". José è un fenomeno, voleva tenere alta la tensione". Poi rivela su un suo debole per la Viola: "Se ho mai pensato di andare alla Fiorentina? Ero tentato davvero quando smisi con l'Inter. Lo proposi anche a Della Valle, anche gratis, la Fiorentina sarebbe stata uno sfizio e Firenze è una piazza che mi è sempre piaciuta. Poi pero ho deciso di chiudere la mia carriera con l'Inter".

Si parla anche di Ronaldo, superiore secondo Matrix a Messi e CR7: "Se avessi fatto il cambio di maglia dall'Inter al Milan? Vi dico una cosa: lui sarebbe voluto tornare da noi, lo so per certo. Non voleva nemmeno andare via nel 2002. Negli spogliatoi mi inginocchiai davanti a lui chiedendogli di restare ma mi rispose: "No, o io o lui (Cuper, ndr)". E lì capii che se ne sarebbe andato". Poi sono arrivati Milito ed Eto'o, l'argentino dipinto come "un fenomeno, per umiltà era davanti a tutti. Ma l'ambiente Inter non è mai stato con la puzza sotto il naso. Sapevi che lì entravi in una famiglia. Milito contro Van Buyten? Ne faceva cascare tanti, come Angelino Di Livio, un altro fenomeno. Con Samuel avevo già un bel rapporto prima del suo arrivo all'Inter. La prima volta che lo incontrai fu in un'amichevole a Murcia, Real Madrid-Perugia. C'erano Anelka, McManaman, Seedorf, Casillas, Morientes, Salgado... Segno io di testa su calcio d'angolo, poi a 20 minuti dalla fine entra lui, aveva 17 anni e umiliò Mauro Milanese. Alla fine vinserò loro ai rigori. All'Inter Samuel ha contribuito tanto". Tra le gioie vissute in carriera il gol nel derby al Milan: "Il coronamento di un sogno da interista, ne ho fatto uno solo ma buono. Se ho potuto andare in rossonero? Sì, ma rimasi perché me lo chiese Giacinto (Facchetti, ndr)". Tra i rammarichi Adriano, che "ha sprecato un potenziale incredibile: uno dei più forti con cui ho giocato, poteva fare molto di più".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 18 aprile 2020 alle 19:12
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
vedi letture
Print