"Un voto al mercato dell’Inter? Ottimo. Perché siamo riusciti a coprire tutti i settori dove c’erano mancanze. Poi è vero che il mercato è molto particolare: vai su un calciatore per un po’ di tempo, magari non riesci a prenderlo e devi tenere aperte altre piste. Ma alla fine la società, da Thohir a Fassone, da Ausilio a Bolingbroke, ha fatto molto bene il proprio lavoro. Sono stati presi giovani importanti e altri che possono dare un grande futuro all’Inter". Lo rivela Roberto Mancini a poche ore dal fischio d'inizio del derby. Il tecnico nerazzurro parla alla Gazzetta dello Sport e, come sempre, non si nasconde.

Fra i giocatori sfuggiti c’è lui, sempre lui: Touré. 
"Nessuno come Yaya ci avrebbe cambiato totalmente. Giocatore superiore, con lui ci sarebbe stato un salto enorme sotto ogni punto di vista. Voleva venire, poi ci ha ripensato...".

Nello stesso file mettiamo Dybala. 
"Era un obiettivo, uno dei primi, su di lui c’erano due o tre squadre e l’ha preso la Juve. Amen".

Scudetto è una parola da pronunciare adesso, magari dopo il derby o chissà quando? 
"Le grandi squadre devono sempre partire per toccare il top, e l’Inter una grande squadra lo è. Magari non avremo, almeno in partenza, le stesse chance che hanno Juve e Roma che sono lì da anni e che hanno giocatori che stanno insieme da tempo, però puntiamo al massimo, sempre. Poi ci vuole tempo ma la base è solida, c’è. Solo che bisogna fare in fretta ad assemblare il tutto. Per le nostre prospettive saranno importanti le prossime 10 partite".

Inter meglio del Milan? 
"Alla pari. Prima di noi, ci sono ancora Roma, Napoli e Juve. Stupito che ci abbiano chiesto Hernanes? No, ha l’esperienza giusta".

La formazione anti-Diavolo l’ha già in testa? 
"Sì. Ho un solo dubbio: Ranocchia o Medel se Miranda non ce la fa". 

Miranda all’ultimo respiro: miracolo in vista? 
"Vediamo. Io ci spero sempre fino alla fine. A volte certi infortuni sembrano più gravi del previsto. Ma se sente ancora male, non correremo rischi. Decideremo all’ultimo".

Comunque sia significa che Medel potrebbe essere utilizzato come centrale difensivo, Cile-style. 
"Chissà, potrebbe anche essere. Gary sa fare il centrale di destra in una difesa a 4, il centrodestra in una linea a 3. Insomma: lì ci sa stare, e anche molto bene".

E’ Gary la mossa-derby? 
"Medel può giocare lì e può giocare anche con Melo in mezzo al campo. Se metto insieme Felipe e Gary allora a fare l’interno sarà Melo. Ranocchia e le critiche? Lui è comunque un giocatore della Nazionale e nella scorsa stagione gli sono stati addebitati molti errori non suoi. So che se giocherà farà una grande partita".

Modulo prediletto per colpire l’amico Sinisa? 
"L’idea base è quella portata avanti fino ad oggi, il 4-3-1-2. Sono rimasto senza trequartisti? Li ho venduti tutti? Alt: lo potrebbero fare sia Ljajic e sia Perisic, due ragazzi offensivamente universali. E magari anche Guarin. Jovetic no, è più punta. Premesso questo, non è detto che il modulo non possa cambiare". 

Icardi come sta? 
"Bene, al 100%. Oddio, magari al cento per cento no ma siamo lì. Dovrebbe giocare".

La scelta di farlo capitano come nasce? 
"E’ il nostro miglior goleador, ha margini di crescita enormi e la fascia può dargli uno stimolo ancora superiore per crescere, migliorare. E’ una mia scelta, nata soprattutto dalla sensazione che gli servisse un segnale per potersi avviare definitivamente verso la maturazione".

Con Kondogbia a che punto siamo? 
"Lui può giocare nei due davanti alla difesa, in un centrocampo a tre e vorrei che poco alla volta arrivasse di più ad affacciarsi verso la porta. Diventerà uno dei centrocampisti più forti".

Diamo luce a una zona grigia: Montoya. 
"Arriva da un campionato e un ambiente diversi, da una squadra che giocava prevalentemente in attacco e abituata a tenere palla. Insomma, non l’ho bocciato: ha solo bisogno di tempo".

Sensazione: Jovetic e Ljajic sono i due che più assomigliano al Mancini giocatore. 
"Sì, forse sì. E infatti Jojo a volte mi fa arrabbiare... ma è molto bravo e potrebbe giocare anche come prima punta. Ha già segnato tre gol, ma può fare molto di più. Adem? Ha tecnica, è bravo e rapido, calcia benissimo".

Perisic e Melo: qualità, quantità, carattere. 
"Con loro due l’asticella della personalità, dell’esperienza e dello spessore si può alzare. Felipe ha anche tecnica, Perisic è uno dei giocatori più importanti del panorama europeo. Nasce centravanti, quindi all’occorrenza può sostituire anche Icardi. Sono d’accordo con Lippi: è il miglior acquisto dell’estate, diventerà la sorpresa del campionato". 

Vincere è la parola che le ha sussurrato Thohir. 
"Io e il presidente ci sentiamo spesso, mi manda sms, minimo due volte alla settimana ci parliamo telefonicamente. Chiaro: con Moratti era diverso perché a Milano, ma anche Thohir si fa sentire, è presente. Se mi ha chiesto la Champions? Certo. L’obiettivo da prendere è quello". 

Del resto con nove acquisti... 
"Però guardo anche le altre squadre: hanno cambiato molto, fatto anche 10-12 acquisti. Quando dissi nove-dieci uomini dissi un qualcosa di normale per chi, come noi attualmente, non è una squadra che vince da anni. Se sento la responsabilità economica verso il club? No, la sento verso i tifosi".

E’ vero che ha pensato anche a Balotelli dentro a questi nove innesti? 
"Sì, ammetto, è vero, anche se Mario deve stare più attento alla patente... Seriamente: ci ho pensato quando a un certo punto abbiamo valutato l’ipotesi di un cambio per Icardi. Ci ho pensato perché lo conosco, gli voglio bene e so cosa può dare. Ci ho pensato perché deve tornare ad essere quello che era. Ci ho pensato... ma poi è arrivato prima il Milan".

Rivedremo SuperMario
"Voglio pensarlo attaccante titolare della Nazionale ai prossimi Europei, perché non vedo in Italia centravanti migliore. I baci alla maglia rossonera? Li avrebbe dati a quella dell’Inter se fosse venuto da noi. Comunque sì, ci siamo sentiti".

Ecco, Mancini e il suo telefono conquistatore. Parliamone. 
"Io credo che sia importante per un giocatore sentirsi coinvolto da un tecnico che eventualmente lo allenerà". 

Con chi, oltre a Yaya, si è sentito quest’estate senza poi avere successo? 
"Avevo chiamato Imbula: lui parlava poco inglese, mi ha passato un amico, avevamo parlato di progetto e di ruolo, sembrava tutto fatto poi ha scelto il Porto".

Se spera in un Balotelli centravanti dell’Italia lavorerà anche per un Icardi «9» dell’Argentina. 
"Sa fare gol, segna tanto. E sì, credo che alla lunga - nonostante abbiano grandi giocatori - Mauro diverrà il centravanti della sua nazionale. Così come Telles potrebbe diventare titolare azzurro. Ha grandi qualità e doppio passaporto". 

Sinisa, ex interista, salta al coro sui nerazzurri. Lei si vedrebbe mai al Milan? O al Genoa? 
"Parto dal Genoa: non credo che i tifosi mi vogliano, visti gli anni passati alla Samp. Il Milan? Bé, copio e incollo la risposta appena data...". 

Moratti ha detto che lo scudetto al quale è più legato è quello del 2006. 
"Vorrei che si parlasse di calcio. C’è stata la sentenza della Cassazione? Ecco, finita lì: che Calciopoli sia esistita non ci sono dubbi, che Moratti possa esprimere il suo pensiero, bé, ci mancherebbe, ma ora basta con quella faccenda".


 

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 12 settembre 2015 alle 08:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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