Stasera all'Olimpico arriverà lo Slavia Praga per l'Europa League, ma negli ambienti giallorossi trova parecchio spazio il prossimo impegno in campionato in casa dell'Inter, domenica prossima. Anche perché argomenti extra campo non mancheranno. E lo stesso José Mourinho ne ha parlato ieri sia ai microfoni di Sky Sport sia in conferenza stampa. Dichiarazioni, conoscendo il personaggio, con una precisa finalità perché dalla bocca del portoghese non esce neanche una virgola che non sia strategica. E in questi dettagli è un maestro.

Naturalmente Inter-Roma sarà la partita del ritorno di Romelu Lukaku al Meazza, dove ad attenderlo ci saranno circa 30 mila fischietti pronti ad accompagnarne ogni movimento sul rettangolo di gioco. Situazione che a livello personale potrebbe influire sull'attaccante belga e su cui Mourinho si è così espresso: "Non pensavo che Lukaku fosse così importante a Milano, i titoli che ha vinto con quella squadra sono stati vinti da più di 200 giocatori nella storia dell'Inter. Sarà interessante da vedere, il trasferimento di Lukaku dall'Inter alla Roma è considerato un dramma, mentre Calhanoglu che passa dal Milan all'Inter è visto come una meraviglia... Cannavaro e Vieri fecero cose simili ma non ci furono problemi. Non pensavo che Lukaku fosse entrato così tanto nel cuore di una società come l'Inter, è una sorpresa per me". Tradotto: lo Special One prova ad ammorbidire una situazione spinosa per il proprio attaccante, atteso da un contesto infernale, perché teme che possa influire sulla sua prestazione. Accomunando la sua storia ad altre, invita indirettamente i tifosi avversari a mollare la presa perché anche il trasferimento di Hakan Calhanoglu dal Milan all'Inter rientra in questa categoria. Fingendo volontariamente di non conoscere il vero motivo per cui gli interisti accoglieranno il belga con 'forconi virtuali', che non è certo il suo passaggio ai giallorossi quanto piuttosto il suo tradimento a tutto l'ambiente nerazzurro.

Livello due: mettere pressione sulla squadra avversaria, sottolineando la sua superiorità rispetto alla propria: "Noi non siamo l’Inter. Non possiamo fare un turnover di cinque giocatori per giocare una gara difficile di Champions, non siamo questi. Tra infortuni e giocatori che non possono giocare in Europa, siamo in difficoltà, ma questa è una squadra che quando va in difficoltà trova sempre anima, forza e soluzioni e così domani avremo cinque ‘bambini’ in panchina senza poter fare turnover perché non abbiamo giocatori a disposizione [...] Affronteremo una squadra che secondo me dovrebbe vincere il campionato con 20 punti di vantaggio. Per giocare con loro dovremo essere al livello più alto. Ci proveremo, andremo là a giocarcela, ma prima c'è domani, e sarà dura". Tradotto: Mourinho è consapevole del valore dell'Inter e sa che per essere al suo livello dovrà anche utilizzare certi 'giochetti' psicologici, tra cui evidenziarne la forza. Due piccioni con una fava: se la Roma farà risultato sarà un'impresa, in caso contrario sarà la naturale evoluzione di una evidente disparità. Situazione win win.

Dulcis in fundo, la risposta alla recente polemica sulla sua espulsione contro il Monza, per qualcuno 'cercata' onde evitare di presentarsi da avversario in panchina contro la 'sua' Inter. Ipotesi seccamente negata dal diretto interessato: "Scusa se dico una parolaccia ma tanti idioti hanno detto cose che solo un idiota può dire. Ancora più idiota è che lo dica qualcuno del mondo del calcio. Io sono l'allenatore della Roma, voglio giocare con la mia squadra. Purtroppo è successo quello che è successo all'ultimo minuto della gara contro il Monza. La cosa che mi dispiace è che non potrò essere con i miei giocatori. Se merito o no la squalifica non lo so, ma deve essere uguale per tutti. Ho visto altri allenatori fare lo stesso gesto che ho fatto io, altri anche peggio, ma per me è sempre la stessa storia. Ho avuto un atteggiamento corretto tutta la stagione, ora sono stato espulso. Se è per me però deve essere per tutti". Tradotto: il portoghese scalda l'ambiente giallorosso rivestendo i panni del comandante in battaglia e ribadendo il suo legame con la Roma. Strategia abitudinaria per lui nei club in cui ha allenato, soprattutto nei momenti più delicati. In più, l'entrata in tackle contro i 'nemici' che lo trattano in modo ingiusto probabilmente perché è un personaggio 'scomodo', quando invece altri colleghi vengono graziati.

Tra il detto e il non detto, lo Special One sa sempre dove e come colpire.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 26 ottobre 2023 alle 11:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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